Lo stilista libanese, che ha presentato la sua collezione Primavera/Estate durante la settimana dell’Haute Couture a Parigi, ha portato la leggerezza della primavera nell’emisfero nord proponendo abiti dai colori del tramonto. Colori, forme e trame per ogni gusto e occasione hanno preso vita in ognuno dei disegni presentati all’Hotel Potocki, antica residenza della nobile famiglia polacca Potok, durante il terzo giorno della settimana Haute Couture.
Le ispirazioni alla Belle Epoque
Murad, famoso per aver vestito celebrità come Beyoncé e Jennifer Lopez per i red carpet delle premiazioni, ha iniettato leggerezza, lucentezza e tanto colore nella presentazione dei suoi pezzi. Ispirata alla Belle Epoque, la casa di moda libanese reinventa l’eleganza e lo splendore dei giorni di gloria della Costa Azzurra degli anni ’70, evocando lo spirito gioioso di quei tempi. “Era un periodo di feste, bei festeggiamenti e colori del tramonto”. Nelle note dello spettacolo, il designer ha fatto un cenno a “una nuova generazione di ereditiere [che] riportano in vita la loro eredità familiare”, con riferimento agli anni ’20 e “la libertà dei giorni azzurri e dorati pieni di risate, segreti e sensualità ( …) il residuo della vita notturna di un’epoca passata”.
Leggerezza e lucentezza degli abiti
Abiti leggeri e svolazzanti creati da tulle e chiffon, tessuti che vengono scelti come protagonisti della stagione PE 2023, si accostano a frange di perline e jersey drappeggiato per convergere in uno stesso movimento ritmico ad ogni passo. Quella di Murad è stata un’esibizione di capi ipnotici e ricchi di dettagli accurati quali cristalli, ricami e piume, con cui sono coronate le silhouette. In particolare, troviamo pantaloni svasati impreziositi da una rete grafica di cristalli, pieghe a raggiera, ricami radiosi e profonde scollature che si aprono da una vita accentuata. Il tutto viene completato dagli accessori, che diventano essenziali per i look: cappelli a tesa larga, foulard ricamati, sciarpe e cappellini con paillettes ricordano gli anni ‘20.
Le silhouette, invece, ricordano gli anni ’70, con una languida sensualità, parte di una fioritura estetica dell’epoca. Le tonalità degli abiti sono accesee variegate; passano dal rosa al fucsia, dall’arancio al giallo, dal verde a sfumature del blu, fino ad arrivare al bianco. Per chiudere la sfilata, che ha avuto la bellezza firmata Sofia Tilbury, lo stilista libanese ha presentato la sua versione da sposa. La modella indossa un abito realizzato interamente in pizzo, con una mantella dello stesso tessuto, un cappello e un velo di tulle, che, oltre a essere trascinato in passerella, copriva anche la testa della modella. L’abito, realizzato senza cristalli o lucentezza, ma con molti ricami macramè, è stato uno dei capi che rimarrà nella storia dello stilista.