Il 4 settembre 2007 Valentino Garavani ha detto addio alla moda dopo 45 anni di successi.
Una carriera al servizio del bello, del lusso, dell’attenzione per i dettagli che lo ha eletto maestro indiscusso di stile ed eleganza e lo ha proiettato nel mondo del jet set internazionale: le sue creazioni sono state indossate da personaggi del calibro di Jackie Kennedy Onassis, Liz Taylor, Julia Roberts…e non solo…
Dopo due sole collezioni, Alessandra Facchinetti, nell’ottobre del 2008, viene sostituita da Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli alla guida della Maison. Dopo l’esperienza da Fendi e Karl Lagerfeld, i due designer arrivano nel 1999 da Valentino, occupandosi degli accessori e della linea Red Valentino.
Nel ruolo di direttori creativi si sono prefissati una missione: ampliare gli orizzonti, ringiovanendo il brand.
Sempre pronti a farci sognare, i due stilisti, per l’autunno/inverno 2012, hanno proposto una collezione di scarpe rock chic: da un lato modelli classici e raffinati in pizzo, dall’altro modelli dal mood sicuramente più deciso con le borchie della linea Rockstud. Il modello chiave per comprendere questa collezione autunno/inverno è rappresentato dalla decollete peep toe in pizzo, con profilo in vernice evidenziato da una fila di borchiette di metallo che proseguono anche sul raffinato fiocco in punta. Tra i modelli proposti, ci sono poi i sandali in toni neutri come il cipria, con tacco largo e applicazioni metalliche non solo su listini e cinturini, ma anche sul tacco stesso, che non passano di certo inosservati!
Gli ankle boots imitano la forma delle decolletes con calza interna, in pelle nera o suede, con tacco medio o alto e cinturino alla caviglia percorso dalle borchie.
Nella linea Rockstud non potevano naturalmente mancare gli stivaletti da biker in pelle nera con stringhe e zip laterali dorate.
Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli hanno saputo creare una collezione che rappresenta un giusto compromesso tra lo stile bon ton e la grinta metropolitana, unendo tendenza, classe ed eleganza.
(di Paola Redaelli)