Un messaggio per gli invitati giace sulle sedie nere sistemate nella sala del Carrousel du Louvre. Una lettera sincera che vede incise alcune riflessioni dello stilista. Demna vuole tornare a ciò che lo ha spinto ad amare la moda, allontanandosi da scandali e riflettori.
Uno spazio asettico ad accogliere le prime due uscite. Look identici composti da tailleur nero over, pantaloni multistrato e tacchi a spillo che vestono corpi di sesso opposto. Una scelta che evidenzia la volontà di creare una sartoria genderless in un climax di strati, dimensioni e tessuti.
L’Haute Couture si fa spazio nello scenario futuristico
Tailleur in nero Balenciaga dalle maniche esagerate accompagnano i molteplici strati dei pantaloni rovesciati presentati in passerella. Un rovescio quasi metaforico che vede Demna creare una collezione apparentemente classica coperta da un sottile velo provocatorio che caratterizza il designer.
Sfilano tute aderenti e giacche in pelle imbottite che accentuano e al contempo arrotondano le spalle dei modelli. Corpi amorfi, quasi alieni, che si spostano nello spazio con stivali futuristici o scarpe non-scarpe. Occhiali sporty che accompagnano lunghi trench pitonati e maxi bag che sfilano insieme ad abiti lunghi e leggeri.
Non bastano capi over e giubbotti sformati. Gvasalia omaggia il fondatore della Maison proponendo anche uno stile più classico, più vicino alle origini del savoir faire di maison Balenciaga. Un lavoro attento e minuzioso che sfocia in abiti di paillettes, ricami scintillanti e trasparenze delicate. Completi in denim e stampe floreali completano la sfilata.
Una sfilata che ci parla degli abiti e del loro potere di cambiarci e che segna la fine di un viaggio nell’interiorità dello stilista Demna Gvasalia.