Migliore attrice protagonista con “Everything Everywhere All at Once”
Dopo più di una settimana dall’ultima edizione degli Oscar, ancora è sulle bocche di tutti la meritata vittoria di Michelle Yeoh del premio come Migliore attrice protagonista con il film “Everything Everywhere All at Once”, che ha ricevuto sette statuette su undici nominations agli Academy Award.
Michelle Yeoh diventa così la prima attrice asiatica a vincere l’Oscar come Migliore attrice, ed emoziona con la sua dedica alle mamme di tutto il mondo, vere eroine a cui ispirarsi. Yeoh aveva già conquistato per lo stesso ruolo il Golden Globe e lo Screen Actors Guild Award; proprio in quest’ultima occasione aveva fatto notare come ci fosse poca inclusività nel mondo dei premi cinematografici, dedicando la vittoria alle bambine e alle ragazze asiatiche che, finalmente, riconoscono nei film e nelle serie tv persone come loro, in cui possano rispecchiarsi.
Dopo quarant’anni di carriera, la svolta
Ma la particolarità di Michelle Yeoh non sta tanto nelle sue radici (è malese di origini cinesi), ma nel fatto che, a sessant’anni d’età, sembra appena arrivata nello star system ed è quasi sconosciuta ai più. In verità, l’attrice è sul grande schermo dal 1984, e tra le sue partecipazioni c’è anche il ruolo da Bond girl, accanto a Pierce Brosnan, ne “Il domani non muore mai”.
Ma numerosi sono i film di successo in cui ha lavorato: “La tigre e il dragone”, “Memorie di una geisha”, il Marvel “Guardiani della Galassia Vol. 2”, ad esempio. In televisione si ricorda per la serie ambientata nel mondo di Star Trek “Discovery” e nel recente “The Witcher: Blood Origin”.
Tra i suoi lavori più recenti c’è anche l’interpretazione di Emma Anaemone nel film “L’accademia del bene e del male”, con Kerry Washington e Charlize Theron, distribuito da Netflix lo scorso ottobre.
Dunque, Michelle Yeoh non è proprio una sconosciuta, ma la sua straordinarietà sta nell’aver dato una svolta alla sua carriera così tardi: è diventata, infatti, una vera e propria stella di Hollywood dopo ben quarant’anni di lavoro nel cinema. Ma da una stella di tale intensità, è probabile che la sua luce non si spenga così facilmente.