La mostra KIMONO a Prato fra Oriente e Occidente
Giapponismo e Occidentalismo: due lati della stessa medaglia, due correnti uguali e contrarie che pervasero il mondo fra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Da un lato, l’interpretazione da parte dell’arte europea di quel periodo del linguaggio espressivo e decorativo dell’arte giapponese; dall’altro, gli influssi della cultura e dell’arte figurativa occidentale sulla manifattura e decorazione di una vera e propria icona del Giappone: il kimono.
La mostra KIMONO – Riflessi d’arte tra Giappone e Occidente racconta proprio queste correnti e reciproche influenze fra est e ovest del mondo. Lo fa attraverso un’estensiva esposizione di dipinti, xilografie, cartoline d’epoca, stampe e tessuti provenienti sia da collezioni private che da raccolte inedite, il tutto grazie alla collaborazione fra il Museo del Tessuto di Prato e il Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia e la partnership con LAILAC- Associazione Culturale Giapponese e IROHA – Associazione Nazionale per lo scambio culturale fra Italia e Giappone.
Il punto focale della mostra sono però i 50 kimono provenienti dalla collezione privata di Lydia Manavello, databili alla prima metà del Novecento e realizzati in seta operata, ricamata o stampata. A saltare all’occhio sono subito forme e colori di questi indumenti evocativi: se il design è quello proveniente da una tradizione orientale antichissima, trame e ricami rimandano immediatamente a quadri e opere d’arte appartenenti ai filoni artistici all’epoca più in voga in Occidente. Tonalità sgargianti e impunture che sembrano pennellate ripropongono i tratti tipici del Futurismo e del Cubismo, del Fauvismo e dell’Art Déco, in un gioco di commistioni e omaggi che acquisisce un fascino senza tempo.
Fra storia, arte e maestria tessile
Nel percorso della mostra KIMONO gli oggetti d’epoca e gli ausili visivi e uditivi dialogano fra loro per trasmettere la potenza dell’impatto che la cultura orientale e occidentale ebbero l’una sull’altra durante gli anni della “seconda scoperta” del Giappone. È così che ad esempio nacque la copertina della rivista francese Paris illustré. Le Japon del maggio 1886, sulla quale campeggia quella xilografia di Keisai Eisen che l’anno successivo avrebbe ispirato la fanciulla del dipinto La Courtisane di Van Gogh. Tale rivista, rarissima, è esposta insieme a stampe e tessuti come una sorta di preludio alla mostra vera e propria, che si apre nella sala a capriate.
I kimono sono disposti per isole tematiche a narrare un viaggio fra tradizione e innovazione. Dai linguaggi decorativi e stilistici tradizionali, fra i quali spiccano motivi come ciliegi in fiore, nuvole e peonie, si passa infatti a figure nettamente occidentali come aerei, navi e attività sportive. Al centro ci sono poi i kimono ispirati al mondo dell’arte, con le forme astratte e i colori importanti che ipnotizzano chiunque li osservi.
Insieme alla mostra viene inaugurato infine un fitto calendario di visite guidate, laboratori ed eventi per adulti e bambini che accompagnerà l’esposizione fino a novembre 2023.