Dopo l’esordio nel 2020 del lungometraggio “Predatori”, presentato alla 77ª edizione del Festival di Venezia nella sezione Orizzonti, quest’anno il regista Pietro Castellitto ha deciso di proporre il suo secondo film, Enea.
Enea, che riprende il nome dal protagonista, cioè Pietro Castellitto, è un film senza genere, che rappresenta una generazione che ha tutto ma che in realtà si sente persa. All’interno di una Roma che rappresenta una borghesia disillusa, il protagonista è alla ricerca di una motivazione per sentirsi vivo e per uscire da quella bolla di vetro in cui vive.
È una delle prime volte che viene rappresentata una Roma differente, instabile e confusa, che però in parte riflette anche il carattere e la situazione in cui si trova Enea. Il racconto viene accompagnato da musiche selezionate, tra cui “Maledetta primavera” di Loretta Goggi, che dà sempre di più allo spettatore la sensazione di un mondo insoddisfatto e anticonvenzionale.
Nonostante sia solo l’inizio della carriera del giovanissimo regista, si può affermare che Pietro Castellitto sia riuscito a pieno a realizzare un film interessante e che tratta tematiche importanti in chiave fresca e giovanile.