Florals? For spring? Groundbreaking. Così sentenziava Miranda Priestly, interpretata in tutto il suo tagliente sarcasmo da Meryl Streep ne Il diavolo veste Prada (2006). È proprio questa sardonica frase – tradotta in italiano con “Floreale? Per la primavera? Avanguardia pura.” – a introdurre la collezione di Balmain Primavera/Estate 2024. E sì, per una volta i fiori a primavera sono davvero all’avanguardia.
Balmain PE 2024: forte come un fiore
Durante la Paris Fashion Week, il direttore creativo di Balmain Olivier Rousteing manda in passerella al Palais de Tokyo una collezione dai tratti fortemente couture che ha al centro il motivo della rosa, spine (fisiche e metaforiche) comprese. Proprio come un fiore che ha bisogno di difendersi dagli attacchi del mondo animale, la PE 24 di Balmain va in scena dopo un’importante traversia: a poco più di una settimana dal suo debutto, circa 50 abiti sono stati rubati mentre viaggiavano dall’aeroporto Charles de Gaulle a Parigi. Ma Rousteing e il suo team, forti come un fiore che rinasce dal cemento, non si sono dati per vinti e hanno rimesso in piedi in tempo record uno show non solo praticamente completo, ma anche sorprendente dal punto di vista visivo e stilistico.
La rosa sboccia ovunque nel corso della sfilata: stampata in formato maxi su gonne a ruota dal sapore retrò, allover su corpetti rigidi e shorts da biker, ingigantita su trench lunghi fino alla caviglia. A rendere nebuloso il confine fra collezione prêt-à-porter e creazioni haute couture sono poi gli abiti in cui i fiori diventano 3D, realizzati utilizzando materiali inusitati come il plexiglass, la plastica riciclata, il cristallo e la ceramica. Ampi bouquet si aprono così sui bordi di tubini increspati, composizioni gioiello adornano mini abiti dalle spalle strutturate, un corpetto-scultura sembra un mazzolino di fiori purpurei portato via dal vento.
Fra pop culture e ispirazione vintage
Accanto al motivo della rosa si rincorrono altri stilemi fortemente voluti da Rousteing, alcuni nuovi, altri già marchi di fabbrica del designer francese. I pois irrompono sulla scena su abiti sottoveste e top con scollo a barca, gonne plissettate e completi-pigiama. Il gusto è fortemente influenzato dagli anni ’50, ma non mancano rimandi ad una cultura pop ben più recente. Gli appassionati di serie TV vedranno infatti nelle mega appliques con fiore che sboccia sul collo o sul punto vita degli abiti un rimando all’abito/camelia della Carrie Bradshaw di Sex and the city, altro personaggio mitologico insieme alla già citata Miranda Priestly. E non è forse un caso che Kim Cattrall, la Samantha Jones di S&TC, sia proprio in prima fila a godersi lo show.
Sempre in tema di prima fila, ad applaudire le creazioni di Rousteing c’è anche Cher, iconica cantante già protagonista di precedenti collezioni di Balmain. Non si fa fatica ad immaginarla sul palco ammantata dagli abiti scultorei di questa PE 24, alcuni dei quali incapsulano il corpo con preziose rigidità fatte di petali, spine e foglie preziose. Accanto ad essi, blazer e boleri dalle spalle importanti e dagli scolli geometrici, in pieno gusto Balmain alla maniera di Rousteing, declinati in una palette che va dal nero con dettagli dorati a tutti i colori di un giardino che esplode nella bella stagione.
È il trionfo di un massimalismo a tratti eccentrico, sicuramente ipnotico, in cui la maestria sartoriale si unisce con l’innovazione materica, incarnando l’idea di una moda che non deve solo far vendere, ma anche far sognare.