Nei particolari della trama
L’amore tra l’uomo e il cane è salvifico e ineguagliabile: questo è il leitmotiv che muove la trama di “Dogman”, il più recente film di Luc Besson. La vicenda ruota intorno alla cruda e drammatica storia di Doug, alias Caleb Landry Jones, costretto fin da bambino a subire le violenze del padre e del fratello. Infatti, per punirlo il genitore lo gettava e lo rinchiudeva in una gabbia in cui vivevano, in condizioni pietose, decine di cani.
Ma è proprio grazie a questi compagni pelosi che Doug riesce a fuggire e a iniziare una nuova vita, nonostante i traumi mentali e psicologici causati dalle angherie subite. Il lieto fine della vicenda sottolinea in modo estremamente efficace l’indissolubile e inimitabile legame che si crea tra cani e umani, un amore che può portare fino alla salvezza.
Peculiarità del film
Forse non tutti sanno che Luc Besson ha preso ispirazione per la realizzazione di questo film da un fatto reale di cronaca, ovvero da una vicenda di una famiglia francese che gettava il proprio figlio piccolo in una gabbia, provocandone inevitabilmente vari traumi. Il regista afferma quindi di essersi sentito stimolato a indagare e sviscerare i meccanismi della sofferenza, che accomuna tutti noi, e i suoi rimedi, l’amore.
L’obiettivo è quello di far immedesimare lo spettatore nel personaggio di Doug. E per far questo, di fondamentale importanza risulta la straordinaria bravura di Caleb Landry, che si cala perfettamente nella mente di un giovane smarrito che si illude e che non ha più nulla da perdere, ma che è anche un uomo di estrema integrità.
È interessante anche notare come sia stato complesso il lavoro della troupe coi cani, che inizialmente non andavano d’accordo tra loro. Sono stati infatti necessari alcuni mesi per creare una squadra unita. Questi sono gli ingredienti principali di un film che si mostra crudo e struggente ma il cui finale positivo non lascia spazio a dubbi: l’amore che ci mostrano i nostri cani ci salva ed è spesso più forte di quello tra esseri umani stessi.