Una donna che non accetta il presente
Vengono progettati dei capi che esprimono perfettamente l’idea di donna che si sente in gabbia, insoddisfatta del presente che è costretta a vivere. Una donna che combatte tra gli obblighi e le convenzioni sociali e il suo desiderio di libertà, di voglia di riscatto e di un mondo più buono e giusto. Le modelle in passerella sono rabbiose. Questo senso di rabbia e di ingiustizia si nota dalle espressioni cupe, dagli sguardi di sfida che vengono lanciati come ribellione al mondo intero e dalle loro movenze mentre sfilano.
Tra sconfitta e speranza
Tra i capi che catturano l’attenzione dell’audience, i vestiti fondi e ampi, le biker jackets ingigantite, gli abiti-scultura-struttura realizzati tramite l’intreccio di fili elettrici, cappotti in 3D, gonne ampie in tulle, abiti in Tartan, gilet in cristalli, capi lavorati all’uncinetto. Da una parte capi ed elementi cupi, tristi, dall’altra – per fortuna – ancora un po’ di speranza che il mondo possa effettivamente migliorare.
La protesta di Comme des garçons fa eco sugli abiti neri e solidi, scuri, molto seri, nei materiali resistenti e in elementi quali catene e filo spinato, mentre la poca speranza che rimane è sprigionata da un atteggiamento più romantico e da capi che provano a illuminare il presente. La moda di Comme des garçons non è passiva, non accetta la realtà del mondo così com’è. Una moda dall’animo arrabbiato, che vuole reagire.