Sanità sotto assedio: gli eroi aggrediti dalla frustrazione e dalle carenze strutturali

Negli ultimi anni, le aggressioni al personale sanitario sono aumentate in modo preoccupante

a cura della Redazione

Un video shock, girato di recente al Policlinico di Foggia, ha fatto il giro del web, mostrando un gruppo di medici, infermieri e operatori sanitari barricati in una stanza per proteggersi da un’aggressione da parte di una cinquantina di familiari e amici di una paziente deceduta. Questo episodio rappresenta solo l’ultimo di una lunga serie di aggressioni che colpiscono il personale sanitario, professionisti un tempo celebrati come eroi nazionali durante la pandemia di Covid-19. Ma come è potuto accadere che questi eroi siano ora vittime di violenza?

Negli ultimi anni, le aggressioni al personale sanitario sono aumentate in modo preoccupante. Il passaggio dall’applauso alla violenza non è affatto casuale, ma riflette un clima di frustrazione e impotenza che si è accumulato all’interno degli ospedali, sovraffollati e con tempi di attesa insostenibili. La definizione di «eroi» ha, paradossalmente, creato un terreno fertile per aspettative irrealistiche, giustificando richieste eccessive e sacrifici inaccettabili.

Questa narrazione ha permesso di normalizzare condizioni di lavoro già critiche, dove turni massacranti e mancanza di tutele sono diventati la norma. Gli operatori sanitari, invece di essere supportati e rispettati, sono stati incoraggiati a sacrificarsi, mentre le carenze strutturali nel settore, come la scarsità di personale e risorse, sono rimaste ignorate. L’appello al senso del dovere ha avuto l’effetto di deviare l’attenzione dai problemi reali e urgenti, lasciando i professionisti della sanità in una situazione sempre più precaria.

I sindacati del settore da tempo denunciano questa situazione, evidenziando l’assenza di misure adeguate per garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose. Le istituzioni, invece di affrontare le cause alla radice delle aggressioni, si sono limitate a invocare il sacrificio personale, lasciando i lavoratori stremati e sempre meno rispettati.

Questo drammatico episodio al Policlinico di Foggia è un grido d’allarme che non può essere ignorato. È tempo di riconoscere che il personale sanitario merita non solo riconoscimento, ma anche protezione e supporto reale, per garantire un sistema sanitario che funzioni per tutti e non solo per pochi eroi. La salute mentale e fisica degli operatori è fondamentale, e le istituzioni devono finalmente intervenire per migliorare le condizioni di lavoro, invece di continuare a festeggiare la resilienza degli eroi dimenticando le loro esigenze fondamentali.

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