Jean Tinguely: una retrospettiva cinetica all’Hangar Bicocca

La retrospettiva di Jean Tinguely all’Hangar Bicocca di Milano, con 40 opere cinetiche, esplora l'arte del movimento e dell’interazione.

a cura della Redazione

L’Hangar Bicocca di Milano ospita una delle retrospettive più significative dedicate a Jean Tinguely, il grande scultore svizzero e maestro dell’arte cinetica. La mostra, aperta fino al 2 febbraio 2025, è organizzata in collaborazione con il Museum Tinguely di Basilea e parte del programma tinguely100. Curata da Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolì con Fiammetta Griccioli, la mostra presenta circa 40 opere che occupano i 5.000 metri quadrati dello spazio espositivo, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva fatta di movimento, suono e innovazione tecnologica.

L’arte in movimento: il cuore della mostra

Jean Tinguely è noto per la sua rivoluzionaria visione dell’arte, che si discosta dalla tradizionale staticità delle sculture. Le sue opere meccaniche, realizzate con oggetti di scarto, ingranaggi e materiali industriali, sono vere e proprie macchine che si muovono, emettono suoni e interagiscono con lo spettatore. La mostra, che si sviluppa come una coreografia visiva e sonora, include opere come Méta-Matic No.10 (1959-2024), una macchina che crea disegni astratti grazie a un piccolo motore, e Ballet des pauvres (1961), dove oggetti domestici vengono mossi da fili motorizzati. Le opere di Tinguely vanno oltre il concetto di scultura tradizionale, trasformandosi in performance artistiche che mettono in evidenza il concetto di “arte in movimento”.

Opere monumentali e interattive

Una delle caratteristiche più affascinanti della retrospettiva è l’inserimento di opere monumentali che trovano un’armonia naturale con l’ampio spazio industriale di Hangar Bicocca. Tra le più imponenti spiccano Cercle et carré-éclatés (1981) e Méta-Maxi (1986), in cui l’uso di ruote, motori e cinghie dà vita a composizioni sonore che coinvolgono i visitatori in un’esperienza sensoriale unica. Oltre a queste, la mostra offre l’opportunità di interagire con le opere stesse. Per esempio, Maschinenbar (1960-85) permette ai visitatori di attivare direttamente l’opera premendo un pulsante. In questo modo, il pubblico non è solo spettatore, ma parte integrante dell’esperienza artistica.

Jean Tinguely: un pioniere dell’arte cinetica

Nato a Friburgo nel 1925, Jean Tinguely è stato uno dei maggiori esponenti dell’arte cinetica, un movimento che esplora il concetto di movimento e cambiamento come parte integrante dell’opera d’arte. Le sue sculture non sono mai statiche e sempre in trasformazione, liberando la macchina dalla “tirannia dell’utilità”. Il suo lavoro ha spinto i confini della scultura tradizionale, creando macchine che, pur nella loro caoticità, esprimono poesia, umorismo e riflessioni filosofiche sul ruolo della tecnologia nella vita quotidiana. La retrospettiva milanese, con il suo focus sul movimento e sull’interazione, mette in luce l’approccio radicale e sperimentale di Tinguely, che concepiva l’arte come un processo continuo e mai definitivo.

Un’esperienza coinvolgente e interattiva

La mostra non è solo un’esposizione di sculture meccaniche, ma un invito a esplorare il concetto di performance e interattività nell’arte. Le opere sono attivate seguendo coreografie prestabilite che durano venti minuti e offrono diverse modalità di partecipazione per il pubblico. Méta-Matic No.10 (1959), ad esempio, permette ai visitatori di acquistare un gettone per attivare l’opera e creare un disegno su carta. Inoltre, Rotozaza No.2 (1967) viene attivata dai mediatori museali in orari specifici, rendendo l’esperienza ancora più dinamica e coinvolgente. Ogni opera, quindi, è un invito a entrare in contatto con l’arte, trasformando l’esposizione in un evento di pura interazione.

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