Il multiforme ingegno di Gio Ponti

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Cogliere il filo rosso fra le opere di un artista poliedrico come Gio Ponti non è facile. A provarci, dal 6 maggio al 24 Luglio, è la Triennale di Milano che presenta una mostra dedicata al noto designer. Espressioni di Gio Ponti, questo il titolo dell’ excursus che, dagli inizi all’ultima produzione, evidenzia i voli pindarici dell’artista; dalle porcellane di Richard Ginori, ai vetri di Venini, paralleli ai modelli architettonici: dalla villa Planchart di Caracas, alla chiesa di San Carlo Borromeo a Milano. Tra maioliche, ceramiche e disegni, dalla sedia Superleggera al Grattacielo Pirelli, il primo errore di valutazione sarebbe quello di confondere il multiforme ingegno di Ponti con un caos arrangiato. Qui entra in gioco il percorso, curato da Germano Celant, che intende guidarci in un labirinto d’ispirazioni in continuo rinnovo, saltando da un materiale all’altro, da un luogo all’altro, dal micro al macro. Bouquet d’irrazionalità che costò a Ponti l’esclusione dall’assolutismo razionalista Anni ’20, e che dà vita a una poetica democratica, articolata secondo linguaggi e materiali diversi. Cangianti giochi caleidoscopici tenuti insieme da un unico cardine; quel materiale edilizio che Ponti stesso descrisse come “più resistente di cemento, pietra,legno,acciaio e vetro”. L’arte.
Pippi Petrina

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