Ginevra Lubrano, in arte GINEVRA, è una delle voci più interessanti della scena musicale italiana contemporanea. Torinese di nascita e milanese d’adozione, ha saputo conquistare il pubblico con uno stile che mescola sonorità elettroniche, influenze rock e un cantautorato intimo e profondo. Dopo aver firmato collaborazioni di successo, come “Glicine”, portata a Sanremo da Noemi nel 2021, l’artista torna con FEMINA, il suo nuovo album di inediti in uscita il 24 gennaio.
Centrato sul tema della femminilità, esplora con autenticità e sensibilità i molteplici volti dell’essere donna, affrontando temi come l’accettazione della propria identità, l’amore per la natura e la complessità delle relazioni umane. Ad anticipare l’album, il singolo 30 anni, un brano intimo e malinconico che cattura l’essenza di un’età piena di sogni, pressioni e riflessioni.
In questa intervista, l’artista ci accompagna in un viaggio tra le ispirazioni, i messaggi e i sogni che hanno dato vita a FEMINA.
Nel tuo nuovo album FEMINA, la femminilità è uno dei temi principali. Come hai voluto rappresentarla senza cadere negli stereotipi?
Preferirei lasciare a chi ascolta questo disco il compito di valutare se ci siano o meno degli stereotipi. Quello che ho cercato di fare, come sempre nelle mie canzoni, è raccontarmi e condividere il mio percorso introspettivo, esplorando la mia personale visione della femminilità e il modo in cui mi sento donna. Spero di aver creato un racconto autentico e rappresentativo di me stessa.
Hai dichiarato che FEMINA è un album dedicato anche alle donne che non conosci, ma che lottano per una società più equa. Come speri che i tuoi brani possano ispirarle?
Spero che questi brani riescano a raggiungere chi mi ascolta, in particolare le donne, e a trasmettere un messaggio universale. L’obiettivo è offrire un punto di riferimento, dare voce a chi forse si sente inascoltata e farle sentire comprese e meno sole nel loro percorso.
Un altro dei temi centrali del tuo album è l’accettazione della propria identità. Qual è stato il tuo percorso per raggiungere questo livello di consapevolezza?
È un viaggio ancora in corso. In questi anni mi sono dedicata molto alla ricerca di un equilibrio interiore, rispettando i miei tempi. Questo processo ha incluso attività come lo yoga, la terapia e un viaggio in solitaria che ho fatto questa estate. È una sfida continua, ma la musica rimane per me una risorsa fondamentale per ritrovare la mia forza e il mio centro quando ne ho bisogno.
In un’epoca in cui tutto sembra scorrere molto velocemente, ti capita di sentirti fuori dal coro oppure riesci a vivere seguendo i tuoi ritmi?
Cerco di essere una paladina del mio tempo e dei miei ritmi, anche se a volte mi sento fuori dal coro. Il rispetto dei miei tempi e della mia identità non mi fa sempre sentire parte di un gruppo o del tutto. Tuttavia, per me è fondamentale ascoltarmi e coltivare relazioni autentiche con le persone che mi fanno sentire a casa.
Parlando del tuo ultimo singolo, 30 anni, hai descritto questa età come un periodo complesso e sognante. Come hai tradotto queste sensazioni in musica?
30 anni rappresenta un periodo complesso che sto vivendo e che molti vivono. Musicalmente, il brano si apre con una chitarra grezza e un ritmo cadenzato, per poi esplodere nel ritornello con cori e sonorità più ampie. Nel finale, si dissolve in una sorta di oblio, con l’uso del riverbero, lasciando all’ascoltatore l’interpretazione del percorso narrativo che ho costruito.
Qual è un sogno, o più sogni, che custodisci ancora nel cassetto e a cui stai lavorando per realizzarlo?
Domanda difficile. La musica è sempre stato il mio sogno principale, e continuo a dedicarmi ad essa. Un altro desiderio è legato al viaggio: mi piacerebbe intraprendere un grande viaggio che ancora non ho fatto. Inoltre, mi affascina l’idea di cimentarmi nella scrittura di un racconto. È solo un pensiero embrionale al momento, ma chissà cosa succederà in futuro.