Gli Arcade Fire, la nota band canadese eletta all’unanimità come una delle band migliori dell’ultimo decennio nonostante la loro provenienza dal mondo indie e son tornati con un nuovo album “The Reflektor” per far discutere di loro.
Osare è il verbo che più si addice a una band che è stata travolta dal successo nel 2010 con l’album “The Suburbs” che per molto tempo ha occupato la posizione numero di tutte le classifiche americane ed europee, e che li ha portati a girare il mondo attraverso una tournèe che li ha portati anche qui in Italia, il tipico album che si posizione nella carriera di un artista come una possibile mina vagante per il futuro data la sua importanza.
Ma questo per gli arcade Fire non è stato un problema perché nel nuovo album hanno “sfatato il mito” mescolando alle sonorità piuttosto rock che già li distinguevano, una serie di sperimentalismi sonori le cui radici provengono da tutto l’emisfero musicale: da segmenti ritmici ed elettronici ai tipici sound della cultura haitina (patria di uno dei membri) già presenti nell’ album precedente ma che in questo assumono una valenza non più simbolica ma una caratteristica innovativa.
Con Reflektor ci si immerge in un atmosfera densa scandita da immediati dettagli elettronici che si ritrovano in canzoni come “The Reflektor” , omonima del disco, dove si alternano con le vocalità dei due leader del gruppo, la coppia formata da Win Butler e Régine Chassagne. Mentre in canzoni come “We Exist” dove un atmosfera soft circonda l’ascoltatore che rimane rapido dal ritmo elettronico anni 80,per poi terminare con “Afterlife” secondo singolo estratto, che è la canzone rituale di quest’album che rimanda a uno dei promi loro album “The Funeral2 caratterizzato da sonorità synth.
La band approderà in Italia e nello specifico a Roma e Villa Franca Scaligera (VE) a giugno.
di (Giulia Rozza)