Candy Shoes: no, non si tratta di calzature fatte di zucchero, anche se siamo certi che a molte di voi sarebbero piaciute, ma della fresca novità realizzata nel nostro famoso distretto calzaturiero nelle Marche per il marchio Isolemaestre. Un’idea ingegnosa, di Claudia Ponti, stilista romana nonchè co-fondatrice del brand assieme al manager Carlo della Porta,. Il loro debutto è avvenuto nella capitale italiana, con la recente apertura del primo negozio monomarca in via dei Gracchi 153, quartiere Prati.
Queste scarpe sono disponibili in ben 18 varianti ed hanno subito assunto il soprannome di tacchi-grattacielo, il motivo non è difficile da capire se pensiamo che nella collezione esistono stiletti che variano da altezze di 11,5 cm, per arrivare fino ai 15 cm.
“Fanno vedere le cose da un punto di vista più alto – dice la designer appena trentenne – rallentano il passo rendendolo più potente e molto femminile”.
Sono esuberanti e colorate, proprio come la primavera ci richiede, quasi a ricordare i gusti del gelato e dei dolcetti tanto amati dai bambini: rosso fragola, verde menta, giallo limone o ancora azzurro mirtillo, realizzate in materiali diversi: camoscio e vitello a tinta unita, oppure stampato effetto pitone, lucertola o maculato, per chi volesse osare veramente.
La filosofia giocosa dell’artista si riflette in un’altra sua affermazione: “Per poter camminare sui miei tacchi – afferma la stilista – bisogna aiutare l’equilibrio, ondeggiando da un fianco all’altro, assumendo un’aria di altera dignità perché ti stai divertendo“.
E divertenti sono anche i nomi attribuiti ad ognuna di loro, Rosaline, Malvina e Mia per i sandali tricolori, April e Chelsea per gli zatteroni anni ’70, Phoebe per lo stivaletto senza punta, Heidi per i sandali stile Superga con zeppa e infine Doroty, una decolletè con tacchi sottili e in colori brillanti stampati animalier.
Una vera sfida per la donna del 2014, non sarà facile infatti trovare l’equilibrio, ma con il giusto portamento e l’abbinamento adatto, tutto risulterà più semplice, parola di Giltmagazine.
di (Laura Dallera)