<<Vattinni, chista è terra maligna! Fino a quando ci sei ti senti al centro del mondo, ti sembra che non cambia mai niente. Poi parti. Un anno due, e quanno torni è cambiato tutto: si rompe il filo. Non trovi chi volevi trovare. Le tue cose non ci sono più. Bisogna andare via per molto tempo, per moltissimi anni, per trovare, al ritorno, la tua gente, la terra unni si nato. Ma ora no, non è possibile. Ora tu sei più cieco di me>> ( Alfredo a Totò )
Milan Kundera diceva che contro i sentimenti siamo disarmati, perché questi esistono e basta e sfuggono a qualunque censura. Eppure, nel film che stiamo ricordando, la vicenda ha inizio proprio indagando su una pratica molto comune alla fine della seconda guerra mondiale, ovvero l’attenta visione delle pellicole cinematografiche e la loro scrematura da scene considerate sconvenienti prima di essere trasmesse al cinematografo. In questo caso, ad essere additate come simbolo del tracollo sociale erano proprio le scene dei baci, baci teneri, passionali, baci rivelatori, baci d’addio. Tutti, uno ad uno, per mano di una forbice tanto metaforica quanto reale, venivano abortiti dal film. Gettate nel nulla queste emozioni private del loro pubblico accecato dalla croce.
Nel film, come nella realtà, è la chiesa ad occuparsi della censura, precisamente il parroco di questa cittadina, frutto della fantasia del regista, chiamata Giancaldo come il monte che sovrasta la città natale di Tornatore, Bagheria.
Il piccolo Totò, protagonista del film, era solito intrufolarsi al cinema “Paradiso” e spiare il parroco che dava indicazioni sui tagli da effettuare nelle pellicole. Baci rubati, tanto dal divo alla sua donna quanto dal prete ai suoi concittadini che si recavano ogni sera eccitati ed euforici al cinematografo e che finivano sempre per lamentarsi, fischiando e ululando come lupi affamati, quando si accorgevano del torto subito, di quella tenerezza cancellata con crudeltà.
Nuovo cinema Paradiso, è un capolavoro del 1988 che nasce da una coproduzione italo-francese affidata al talentuoso regista Giuseppe Tornatore, che con grande maestria riesce ad ammaliare il nostro sguardo e ad assorbire la nostra attenzione indagando tematiche molto profonde come l’importanza pedagogica ed educativa che ha avuto il cinema al termine dei due grandi conflitti mondiali, il potere enorme della censura, il grande sottosviluppo del sud ed in particolare quello della Sicilia che la rendeva un vortice trita ambizioni dal quale bisognava scappare prima di venirne risucchiati.
Il regista appare nel film nei panni del proiezionista nella scena finale dei baci tagliati dal vecchio Alfredo, interpretato da Philippe Noiret, grande amico di Totò, il quale, quando quest’ultimo era adolescente, lo spronò ad andarsene per sempre dalla Sicilia e di non tornare più perché solo in questo modo sarebbe riuscito ad esaudire i propri sogni.
Nel costruire il personaggio di Alfredo, Giuseppe Tornatore pare sia stato ispirato dal puparo siracusano Alfredo Vaccaro che, avendo lavorato in un antico cinema della città, avrebbe raccontato al regista il suo mestiere e i pericoli legati alle pellicole di allora. Quest’ultimo, quello della pericolosità delle pellicole, rappresenta un tema molto importante nel film, sfruttato per poter dare vita al processo di morte e resurrezione del cinema Paradiso.
Il segreto del successo di Nuovo cinema Paradiso, si confida Tornatore, è dovuto al fatto che generazioni di persone in tutto il mondo ritengono la sala cinematografica un luogo di educazione. Infatti è risaputo che il cinema, mediante un linguaggio artistico polisemico, mette la persona a confronto con modelli di vita, stimolando nello spettatore un processo di interpretazione. Il pubblico si misura con il messaggio percepito e perciò valuta la propria persona ed essenza in riferimento ad esso.
L’arte del cinema, come disse Jean Renoir, consiste nell’approcciarsi alla verità degli uomini, non di raccontare delle storie sempre più sorprendenti. È proprio questo che differenzia il cinema dalla televisione, quest’ultima sorprende ed aiuta ad evadere, il cinema stupisce, stimolando alla riflessione e all’indagine interiore.
Come avrebbe potuto questo film che parla di cinema come un Paradiso dell’anima, come Bibbia, come sfogo psicologico e come trascinante fonte di emozioni, questo film che parla di baci, cancellati, nascosti, incendiati e poi restituiti al mondo… come avrebbe potuto questo capolavoro non vincere l’Oscar come miglior film straniero?
“Una porzione di Paradiso è ancora sulla terra, e l’Eden rivive nel primo Bacio d’amore” (George Gordon Byron)
di (Giulia Betti)