Ogni scelta che dobbiamo affrontare ci rinvia sempre all’eterno dilemma: meglio scegliere con la testa o con il cuore? Meglio che a guidarmi sia l’istinto o che prevalga la ragione? Ci sono persone in cui tenderà in generale a prevalere una dimensione sull’altra e che quindi si ritroveranno spesso imprigionati nella loro razionalità o, viceversa, in preda ai loro istinti. Ma ci sono anche soggetti maggiormente in grado di regolare entrambe le dimensioni nella stessa situazione, per giungere a una decisione che sia il frutto di un compromesso tra testa e cuore.
Come è intuibile, i soggetti più impulsivi saranno quelli che più spesso tenderanno a “scegliere” velocemente, facendosi guidare quasi esclusivamente dalla loro istintività, senza “perdere tempo” a riflettere sulla bontà delle loro scelte o sulle possibili conseguenze negative dei loro comportamenti. Viceversa, i soggetti più ponderati, saranno quelli che tenderanno a prendersi più tempo per decidere, a soppesare con attenzione tutti i pro e i contro di una data situazione, a valutare i rischi connessi alle varie alternative a disposizione e solo successivamente, ad effettuare una scelta.
Sul piano clinico, tali aspetti, se portati all’estremo, trovano espressione da un lato nella patologia ossessiva, in cui vi è una chiara tendenza a soppesare e a rimuginare su ogni dettaglio, perdendo di vista la situazione d’insieme; dall’altro nel disturbo borderline, caratterizzato da una marcata componente d’impulsività, che risulta pervasiva e che domina sulle varie aree di vita. Da un lato c’è chi sceglie troppo in fretta, dall’altro, chi non sceglierebbe mai.
Tra coloro che risultano più propensi ad utilizzare il ragionamento, gli studi psicologici evidenziano un livello culturale di norma più elevato e un migliore rendimento scolastico. Tra quelli che invece utilizzano prevalentemente l’istinto, risulta maggiore la dimensione dell’integrazione sociale.
In un recente studio di Fetterman e Robinson è emerso che in caso di ‘problem solving’, la decisione di testa risulta quella più efficace, mentre la componente emotiva sembra interferire con la ricerca di una soluzione adeguata.
La situazione ideale, anche se la più complessa, rimane comunque quella basata sull’integrazione tra aspetti emotivi e componenti logiche. Ciò è possibile attraverso la considerazione e l’analisi degli input provenienti dalla testa e dal cuore, in base ai quali effettuare una scelta che tenga il più possibile conto di entrambe le dimensioni. Una buona testa e un buon cuore sono come sempre una formidabile combinazione!
di Laura Tirloni