“Mia madre in una parola? Carisma”. Isabella Rossellini la descrive così nel film breve di Alessandro Rossellini “Viva Ingrid!”, che sarà presentato a Venezia, durante “Le Giornate degli Autori”, nella cornice della 72esima Mostra del Cinema, il 9 settembre. Tramite un montaggio di cinegiornali dell’epoca, brani di film di Roberto Rossellini interpretati dall’attrice e, soprattutto, straordinari filmini familiari girati in buona parte dalla stessa Ingrid, il racconto della stagione italiana della grande diva hollywoodiana, tra il 1948 e il 1956. Otto anni in cui nacquero la grande storia d’amore con Roberto Rossellini, tre figli e cinque indimenticabili film. Un viaggio in Italia con gli occhi di Ingrid, “regista” per una volta di un film breve e commosso su un Paese visto tra esotismo, bella vita e intimità, che per lei rappresentò costantemente un simbolo di cambiamento, di rinnovamento. La voce narrante, tra interviste e archivi, è quella della stessa attrice, salvo l’unica eccezione di una mitica lettera a Roberto Rossellini, letta dalla figlia Isabella. Venti minuti che racchiudono una vita e un’esperienza tanto normale quanto straordinaria.
Fu il carisma l’arma con la quale la protagonista di “Casablanca” sedusse Hollywood, diventando una diva indiscussa del grande schermo. Tra le infinite interpretazioni che hanno costellato una carriera vissuta sulle ali di scommesse sempre rinnovate, quella in “Casablanca” rimane forse la più indelebile nel ricordo di tutti. La sua interpretazione al fianco di Humphrey Bogart nel classico del 1942 segnò l’inizio di una brillante quanto chiacchierata carriera nel firmamento hollywoodiano, che gli valse tre Oscar. Vera leggenda del cinema internazionale, in tutto il mondo si omaggiano la vita e il percorso artistico di Ingrid Bergman.
Il desiderio di fare l’attrice accompagna Ingrid fin dall’infanzia: la macchina fotografica del padre la immortala, piccolissima, vestita da uomo con la pipa in bocca o con abiti da femme fatale. Nata il 29 agosto 1915 a Stoccolma, dopo aver mosso i primi passi alla scuola del Reale Teatro Drammatico di Stoccolma, dal 1935 al 1938 l’attrice inizia a recitare in alcune pellicole svedesi, tra cui spiccano “Senza volto” e “Intermezzo”, film che le aprono le porte di Hollywood. Nel 1937 sposa Petter Lindstrom, e l’anno seguente nasce Pia Friedal, prima figlia della coppia.
La svolta arriva quando il produttore americano David O. Selznick le propone di realizzare una nuova versione di “Intermezzo”, offrendole un contratto di sette anni. Il remake è un successo strepitoso, così nei primi anni Quaranta, Ingrid decide di trasferirsi negli Stati Uniti con il marito e la piccola Pia. La strada verso la consacrazione mondiale sembra spianata, e nel 1942 diventa la protagonista del film di Michael Curtiz destinato a cambiare per sempre la vita dell’attrice. “Casablanca” esce lo stesso anno e nel 1943 arriva la prima nomination agli Oscar per la sua interpretazione in “Per chi suona la campana”, anche se l’attrice porterà a casa la statuetta solo l’anno successivo come migliore attrice protagonista per “Angoscia” di George Cukor.
Nel 1946 è al fianco di Cary Grant in “Notorious”, di Alfred Hitchcock (celebre la scena del lunghissimo bacio) e dopo il flop di “Arco di trionfo”, con Charles Boyer, Ingrid decide di rompere con Selznick e mettersi in proprio, costituendo una sua casa di produzione. Nel 1948 gira e interpreta “Giovanna d’Arco”, ruolo che da tempo voleva interpretare. Quattro nomination agli Oscar non bastano e il film si rivela presto un vero fallimento.
L’attrice non riesce a trovare la felicità sperata a Hollywood, che appare noiosa, come del resto il suo matrimonio, destinato a sgretolarsi poco a poco. Nel frattempo, inizia a interessarsi al cinema europeo, e rimasta affascinata da “Roma città aperta” e da “Paisà”, scrive a Roberto Rossellini, chiedendogli di poter recitare per lui. Nella missiva, rimasta scolpita negli annali della storia del cinema, Ingrid Bergman afferma di saper parlare diverse lingue, tranne l’italiano, del quale conosce solo le parole “ti amo”. Il regista, sapendo che nel frattempo Ingrid è in Europa per girare “Il peccato di Lady Considine”, le propone il copione che aveva preparato per Anna Magnani e nel 1949 iniziano a girare “Stromboli”. Tra i due è subito feeling, tanto che la coppia desta scandalo quando, entrambi sposati, annunciano di aspettare un figlio.
La stampa si scaglia contro l’attrice, “colpevole” di aver intrecciato una relazione con il regista italiano. Nel 1950 Ingrid Bergman convola a nozze con Rossellini e lo stesso anno nasce Robertino. “Stromboli”, che nel frattempo arriva nelle sale, non ottiene il successo sperato, e l’attrice non riesce a replicare gli esiti felici delle pellicole precedenti. Nel 1952 nascono le gemelle Isotta Ingrid e Isabella, e l’attrice svedese riesce finalmente a trovare un angolo di paradiso a Roma, nonostante la sua carriera di attrice non sembra ripartire.
L’anno del riscatto è il 1956, quando Ingrid torna sotto i riflettori per il film statunitense “Anastasia”, ruolo che le permette di riconquistare la scena hollywoodiana, portando a casa il secondo Oscar come migliore attrice. Se, da un lato, la sua carriera torna a brillare, dall’altro la vita sentimentale va in crisi, e la coppia Rossellini-Bergman prende strade separate. L’attrice si lega all’impresario Lars Schmidt, sposandolo nel 1958. Nel 1975 arriva il terzo Oscar per il ruolo da miglior attrice non protagonista in “Assassinio sull’Orient Express”, di Sidney Lumet, tratto dall’omonimo romanzo di Agatha Christie. Nel 1978, dopo aver lottato contro un tumore al seno, che la segna fisicamente, lavora con il connazionale Ingmar Bergman in “Sinfonia d’autunno”, che le vale la settima nomination all’Oscar. Il film sarà il suo addio al grande schermo.
Gli anni Ottanta sono segnati dalla malattia: il tumore al seno si ripresenta, e nel giorno del suo compleanno, il 29 agosto 1982, l’attrice muore a Londra.
Durante gli ultimi giorni della sua vita Ingrid Bergman raccoglie tutti i video, i fogli di diario, le lettere che aveva collezionato negli anni in una stanza della casa. Oggi, tutto quel materiale è tornato a vivere grazie al documentario di Stig Björkman, “Ingrid Bergman – In Her Own Words”, “un capolavoro”, come lo ha definito Isabella Rossellini, che potremo vedere in Italia il prossimo autunno. E per festeggiare i cento anni dalla nascita della Bergman, Isabella Rossellini ha deciso di portare nei teatri di tutto il mondo alcuni estratti dall’autobiografia di sua madre. A New York e a Londra sarà accompagnata nelle letture da Jeremy Irons, a Parigi i protagonisti saranno Fanny Ardant e Gérad Depardieu e a Roma, il 10 ottobre, Isabella Rossellini salirà sul palco dell’Auditorium con Christian De Sica.
di Arianna Lestini