Che sia hippie, bohémian chic o indiani pellerossa, non è possibile prescindere dal trend Seventies: è il gipsy style a conquistare il ruolo di protagonista nel guardaroba dell’autunno inverno. L’ispirazione è folk con un tripudio di balze, fantasie floreali, accenni di flamenco e una ricca cascata di gioielli, in versione deluxe. Outfit dai tessuti morbidi e fluidi ondeggiano sensualmente sul corpo: dal romanticismo bohémien di Gucci esaltato su long dress con pattern di fiori stampati o in chiave short, all’opulenza poetica e rinascimentale delle caste tuniche di Alberta Ferretti. Mentre i fiori spuntano in stile Liberty su gonne, pantaloni e giacche della giovane designer umbra Vivetta Ponti, le rose rosse fanno da fil rouge visivo alla collezione di Dolce & Gabbana, stampate o sottoforma di ricami di pailette su abiti, accessori e cappe tra trasparenze mai volgari e delicate scollature per una femminilità dolce e sexy.
Moda, teatro e cinema, legate in uno storico ed indissolubile legame: gli spettacoli sul Far West, a partire da “Buffalo Bill Wild West Show”, primo spettacolo circense con veri pellerossa del 1883, al capolavoro di Lynn Riggs, presentato a Broadway nel 1931, “Green Grow the Lilacs” (da cui fu tratto il celebre “Oklahoma!”) e si giunse, poi, al teatro indiano contemporaneo, tra la fine degli anni ‘60 e l’inizio dei ’70, anche grazie ai movimenti per i diritti civili dell’epoca. E negli stessi anni un visionario Yves Saint Laurent rivoluzionava gli scenari nel mondo della moda con la sua collezione Ballet Russes. Il decennio precedente una gitana Brigitte Bardot veniva immortalata a piedi nudi, vestita dallo stilista in voga Jean Bouquin con lunga gonna a balze e foulard in testa, a Saint Tropez. Agli inizi del 2000 saranno invece Siena Miller e Kate Moss a essere associate alla rivisitazione contemporanea dello stile tra il bohémien e l’hippie, il boho-chic.
I codici stilistici distintivi di questo trend impongono ponchos, gonne sfrangiate, pelle, suède, pelliccia, piume e stampe a tema, come visto da Dsquared, dove la donna vive una scissione interiore: giacchine sagomate, caban e divise colonialiste sono abbinate a cappotti con pelo, stampe tribali che avvolgono l’intero corpo e frangie. Sportmax riprende il tema in chiave metropolitana, mentre per Marni e Valentino la pelliccia è patchwork; Emilio Pucci presenta frange rock su cappe e tracolle in suède marsala, materiale usato anche da Hermès per il completo giacca-pantalone; Isabel Marant, regina dello stile boho chic, propone giacconi stretti in vita con ricami tribali (come per il pull Antonio Marras) mentre Etro creaabiti lunghi e fluidi con fantasie nei colori della terra. Burberry Prorsum ingloba nella sfilata A/I 2015 tutti gli elementi del trend e Aurelie Bidermann crea una collezione di gioielli interamente ispirata alle tribù pellerossa.
Zingara sì ma chic. Balze, frange e volants degni di una gitana andalusa e una ballerina di flamenco, in un’esplosione di colori e sensualità. La stessa che ritroviamo nei Bata de Cola presentati in passerella al Simof 2015, il salone internazionale della moda flamenca, da stilisti come Pilar Vera, Aurora Gaviño e Mercedes Mestre che hanno trionfato con creazioni originali tra stampe floreali, pizzi e pois.
Dopotutto, non c’è niente di più intrigante di una donna lussuosamente zingaresca in grado di sedurre sulle note della tradizionale danza spagnola.
di Anna Rita Russo e Jessica Landoni