“All good things are wild and free”. Questa frase di Henry David Thoreau, scrittore e poeta statunitense, fa da sfondo all’apertura della sfilata di Etro per la collezione maschile A/I 2016-17. Appare per qualche secondo, a caratteri bianchi su sfondo nero, prima di essere sostituita da immagini in movimento che ci immergono in un ambiente boschivo, altro chiaro riferimento a Thoreau e alla sua opera “Life in the Woods”.
L’intera collezione maschile disegnata da Kean Etro ha l’intento di costituire un rimando costante alla dimensione della natura, espresso dal motto “State of Nature, State of Etro”.
Eppure, quando i modelli iniziano a sfilare, il richiamo alla natura diviene provocatorio e se ne comprende la natura ossimòrica: i look proposti infatti, sono in netto contrasto con lo sfondo arboreo.
Capispalla strutturati, tinte forti che vanno dal prugna al rosso fino al blu elettrico, prevalenza di linee verticali e stampe a quadri, scarpe informali, ma eccentriche. Tutti questi elementi creano immediatamente nell’occhio dello spettatore un forte contrasto con ciò che viene inteso comunemente come “naturale”. Ma proprio in questa discrepanza si esprime al meglio il concetto espresso dalla citazione di apertura dello show: nella spaccatura, nella dicotomia, si crea equilibrio.
Qui l’equilibrio cercato è quello tra selvaggio e ipercivilizzato, tra leggi della natura e rigorosa artigianalità dell’uomo, tra elemento naturale e prodotto. Il risultato che scaturisce da questo pensiero non può che essere sorprendente ed in perfetta coerenza con l’identità della Maison.
In un panorama sempre più urbanizzato Etro va in controtendenza per creare, o meglio ricostituire, il legame primitivo con la natura.
di Michela Fiorentino Capoferri