Al numero 6 di Borgo la Croce, nel cuore storico di Firenze, una modesta porticina niente lascia intendere del mondo che, varcandola, si potrebbe incontrare.
È Aquaflor, casa di profumeria che dal 2009 accoglie i suoi ospiti fra le stanze di palazzo Corsini Antinori Serristori. Il fondatore è Sileno Cheloni, fra i pochi al mondo ad unire al titolo di maître profumeur il compito di creare, oltre alle innumerevoli fragranze artigianali presenti nella boutique, veri e propri profumi su misura.
«Esistono sicuramente più capi di stato che persone che fanno quello che faccio io» scherza Cheloni. Lo incontriamo nel suo studio, diviso dal negozio solo da un cortile interno. Di fianco ad esso si trova l’olfattorio, il laboratorio in cui, tramite un organum di 1.500 essenze, il maître profumeur crea fragranze personalizzate per clienti selezionati. Un luogo che si potrebbe definire quasi sacro.
«La mia idea idea di profumo deve molto alla cultura e alla tradizione orientale» spiega Cheloni. «La parola “profumo” deriva dal latino per fumum, letteralmente “attraverso il fumo”. Già i sacerdoti romani, prima dei rituali, diffondevano fumi profumati affinché si innalzassero al cielo, e attraverso essi chiedevano consiglio alle divinità. Allo stesso modo, monaci orientali bruciano incensi prima di raccogliersi in meditazione. E l’incenso è anche uno degli strumenti per sottolineare i momenti più alti della celebrazione occidentale della messa».
Ecco che l’intero atelier, costellato di mobili lignei che riportano alle farmacie antiche e teche in cui brillano ampolle contenenti essenze rare, acquista un’altra luce. Il piano dell’estetica, del voler presentarsi bene anche attraverso l’odorato, è affiancato da una ricerca più profonda, più intima.
«Creare un profumo su misura richiede innanzitutto di entrare in contatto con una persona. L’appuntamento è il momento in cui devo scoprire chi ho davanti, di cosa ha bisogno, e lo faccio accostando al suo naso quelle essenze che mi sembrano per lui o per lei più appropriate. L’olfatto riconduce a memorie antiche, primordiali, ed è da quelle che deve scaturire la scelta del profumo».
Un processo, questo, che ricorda tutt’altro mestiere.
«Una volta una cliente mi ha domandato: “ma lei è uno psichiatra?”. Assolutamente no, faccio l’esatto opposto: vado alla ricerca del condizionamento della memoria benefica. Il profumo su misura funziona se aiuta una persona a ritrovare una parte di sé, lavorando sui ricordi positivi senza andare a rivangare quelli negativi».
La distillazione di un profumo personale non è l’unico servizio che Aquaflor offre: una volta creata la formula della fragranza, viene archiviata e rimane esclusiva per quello specifico cliente, il quale può chiamare in qualsiasi momento per averne nuovamente una boccetta. O per creare qualcosa di non ancora provato.
«A volte, prima di incontrare un nuovo cliente, ho dei dubbi, mi domando se riuscirò a ottenere ciò che vuole. Poi però penso alla fiducia che ho nel mio strumento, così potente perché versatile, flessibile. Anche quelli che arrivano con le idee già chiare su ciò che vogliono escono con qualcosa di inaspettato: c’è sempre l’ingrediente che riesce a stupirli. Una grande soddisfazione è vedere tantissime persone che alla fine si commuovono. Magia? Io li definirei più momenti mistici, dove la parola mistico perde tutte le accezioni new age e diviene sinonimo di ritrovato contatto con la propria interiorità».
Dalle parole di Cheloni traspare una commistione fra spiritualità e fascinazione per l’incontro con l’altro, per la conoscenza di se stessi e di chi ci si pone davanti; proprio tale propensione è uno degli ingredienti che ha portato alla creazione di workshop, di gruppo o privati, che si svolgono all’interno delle cantine della boutique. Dalle lezioni per creare fragranze personalizzate o per ambiente a vere e proprie degustazioni di profumo.
«Mi piace vedere le persone mettere le mani in pasta in questa materia, giocare con qualcosa di sconosciuto, vederle cambiare animo a seconda di ciò che accostano al naso. Certo, non è con una sola lezione che si diventa maestri profumieri, ma può comunque essere l’inizio di un percorso fatto di inclinazione, pazienza e curiosità».
Fin qui si potrebbe pensare che questi prodotti e queste esperienze siano riservati a pochi clienti facoltosi, ma se innegabile è la creazione di essenze per personaggi famosi del mondo della moda e dello spettacolo, Aquaflor vuole essere un luogo dove può recarsi la maggior parte delle persone in cerca di un regalo raffinato.
«Seleziono personalmente gli ingredienti dei prodotti affinché, nonostante siano pregiati, possano essere accessibili a tutti. Non sono interessato al mercato di chi ha i soldi, ma di chi vuole la qualità massima dalle materie prime».
Attenzione al dettaglio, dedizione verso il proprio mestiere, passione. Nonché un’abitazione posta direttamente sopra il laboratorio. Il maître profumeur si è creato un microcosmo all’apparenza perfetto, che però ha i suoi pro e i suoi contro.
«Il mio lavoro è la mia vita, e la mia vita è il mio lavoro. Ne sono felice, mi dà sicurezza. Però ci sono periodi in cui passo anche tre giorni senza attraversare la strada, e a quel punto mi rendo conto di aver bisogno di staccare, che chiudersi non è salutare. Allora faccio una passeggiata fino alla Rinascente ed entro: è un mondo talmente diverso dal mio che mi rilassa, facendomi anche capire quali sono le nuove mode, le nuove tendenze. E poi non sono mai stato un integralista: anche se non condivido le finalità della profumeria commerciale, ciò non toglie che anche lì non si possano trovare cose ben fatte. Tom Ford, ad esempio, ha compiuto scelte coraggiose, ha reintrodotto ingredienti che prima era molto difficile trovare».
È bizzarro pensare che il relax possa venire dalle luci al neon di un department store quando così vicino si hanno lampadari foderati di morbida stoffa e poltrone in pelle. Ancora più bizzarro è misurare la distanza che intercorre fra un profumo artigianale e uno distribuito su vasta scala, ancorché di ottima fattura.
«Di certo i miei clienti devono convivere col fatto che i prodotti della nostra boutique possono cambiare con la stagione e con la disponibilità delle materie prime. Ogni volta che faccio il mio viaggio di ricerca a Il Cairo, nuove materie mi vengono proposte, soprattutto dal mercato orientale, che è in continuo fermento. Un anno, ad esempio, era sparito il sandalo. Il caldo o il freddo, poi, contribuiscono a far mutare anche le fragranze con la formulazione più collaudata. E io ne rimango affascinato, non faccio niente per correggerle se da un imbottigliamento all’altro sono cambiate. La bellezza del profumo è simile a quella del vino: è una cosa viva, e per questo può essere unica».
di Martina Faralli
Salve!
Molto bello e interessante. In un articolo sarebbe giusto, però, scrivere almeno indicativamente anche il costo di una creazione esclusiva. Giusto per capire meglio.