Con la Settimana della Moda Donna F/W 2016-2017 alle porte, l’adrenalina sale. La città è pronta ad essere invasa da stormi di splendide modelle, influencers dagli outfit psichedelici e tutto l’affascinante popolo dell’industria della moda.
Piogge di inviti dai colori sgargianti o dal design innovativo stanno per rovesciarsi sulle redazioni, perché l’invito è il primo assaggio della collezione che verrà. Anche nell’era di internet, dove la velocità fulminea del digitale consente comodi invii multipli, l’arte del cartoncino dalla texture particolare, dai formati audaci e sorprendenti e dall’impeccabile calligrafia continua a farla da padrone, in questo evento in cui creatività e artigianalità regnano sovrani.
Nessuno, per quanto introdotto e veterano dell’industria, può negare il brivido di aspettativa e il pizzico di orgoglio che accompagna l’apertura di una busta lussuosa con il proprio nome accuratamente vergato e, soprattutto, l’assegnazione di un posto prestigioso per le ambitissime sfilate.
E se i fasti della mitica front row sono per i più un miraggio, l’energia febbrile della Fashion Week contagia, punzecchia e coinvolge, facendo nascere il desiderio di osservare, toccare, respirare ed essere travolti dalla bellezza e dalla creatività degli stilisti visionari.
Dietro le quinte, il fermento cresce. 182 collezioni, 73 sfilate, 99 presentazioni e 13 eventi, concentrati tra mercoledì 24 febbraio e lunedì 29 febbraio. Chi ha detto che le Olimpiadi esistono solo nel mondo dello sport? Tanti i nomi da tenere d’occhio: dai colossi quali Gucci (per scoprire le ultime geniali trovate di Alessandro Michele), Prada (e il suo nuovo concetto di layering) e l’intramontabile Salvatore Ferragamo, ai nuovi talenti che si stanno prepotentemente affermando; il mondo colorato di Stella Jean, ad esempio, o il miserabilismo di lusso di Damir Doma. Per non parlare degli eventi, come l’attesissima inaugurazione del Fashion Hub Market nel futuristico Unicredit Pavilion, organizzato dalla Camera Nazionale della Moda italiana.
Le collezioni sono pronte, le modelle scalpitano alla linea di partenza, temi e look sono stati decisi. Ma il successo della sfilata, la capacità di trasmettere quel certo non so che, di trasportare gli spettatori in un altro mondo suggerendo un nuovo modo di essere si giocherà tutto in quei fatidici cinque minuti di passerella. Terrificante? Forse. Ma è il bello della diretta.
di Ilaria Diotallevi