Non passa mai di moda e non viene mai dimenticata. Sempre al centro di animate discussioni, campagne pubblicitarie pro e contro. Ma chi non indosserebbe mai una morbida pelliccia? Molti anni fa, portata lunga fino ai piedi, indossata da mogli di industriali, era il simbolo di una classe sociale elevata. Oggi probabilmente chi ha una pelliccia del genere la tiene ben chiusa nell’armadio, poiché i tempi sono cambiati e il pelo degli animali, dei visoni, degli ermellini, viene usato in maniera anche per foderare giubbini di jeans o come poncho, colbacco, pochette.
Simonetta Ravizza, ribattezzata “La Signora delle Pellicce” lo ha addirittura proposto su complementi d’arredo.
Nata e cresciuta ai piedi del Ticino, insieme al padre Giuliano, fondatore del marchio Annabella, ha portato il suo nome in tutto il mondo, rinnovando ed esaltando il concetto di pelliccia. La sua prima creazione(1998), indossata da Afef Jnifen durante una sfilata a Piazza di Spagna, ha fatto il giro del mondo in pochissimo tempo, creando una domanda inaspettata di quell’articolo. Il sopracitato giubbino di jeans, rivestito in pelliccia, è stato un “must”, indimenticabile, di quel periodo. Come il padre, Simonetta, sa esaudire i desideri delle donne, renderle belle, esaltarle e appagarle. Lei stessa disegna, collabora con le sarte e ridefinisce le pellicce sul corpo delle modelle.
Sara Bianchini