Prada, per questa nuova collezione A/I 2016-17, rincara la dose e non si lascia certo intimorire.
E da una Milano dallo stile vagamente liberty ed electro-chic, la Maison mostra al mondo il suo lato oscuro e più vero. Nessuna sbavatura, nessun passo falso e ciò che porta in passerella è un capolavoro, uno spettacolare capolavoro.
E’ un animo gothic quello che sfila negli spazi della Fondazione Prada, e lo si percepisce quando le luci si abbassano ed inizia lo show: piccoli lumini che fanno brillare le balconate in legno ed una forte luce calda per poter intravedere la direzione: quella del Brand, della sfilata, del mood gotico che ha contagiato ogni aspetto dell’evento.
La musica, da prima impercettibile poi sempre più presente, accompagna diverse donne nella realizzazione di un quadro, di un dipinto: donne forti che cavalcano la passerella, tutte tasselli di un’opera d’arte pensata ed inscenata. Non vi è leggerezza alcuna nei movimenti, tantomeno nei tessuti.
Una collezione dominata da giochi di chiaro-scuro, dove ogni capo è in perfetta sintonia con l’altro, quasi a definire logica e rigore in una danza che scopre piano livelli estremi della vena creativa dell’artista. Interessanti contrasti rendono lo spettacolo insolito e sbalorditivo; Cappotti lunghi e neri che cadono dritti, contrastando calze a maglia colorate impreziosite da quadri in colori cangianti in opposizione al tema noir della sfilata.
A regnare però in passerella è il capo che sarà must have indiscusso della nuova stagione, la pelliccia: accostata ad intagli di tessuti, cucita su cappotti oversize o ancora a manicotti di giacche dal taglio maschile.
Il fashion show continua con abiti pesanti dai ricami importanti a contrasto su fantasie e tartan, scolli profondi che lasciano intravedere la schiena. Tessuti dalle sovrapposizioni azzardate che sorprendono ma non stancano, che affascinano e non annoiano. Marinaie che portano in vita una cinta di pelle, bustini monocromatici che esaltano la figura, mazzi di chiavi avvinghiati ai passanti delle cinture.
Le chiavi di un cuore? Una porta? O forse di un fugace destino? Una chiave per l’eterna bellezza, quasi simbolica. Per Prada, certo è che la bellezza non sia mai ovvia; “I capolavori non sono fatti per sbalordire. Sono fatti per persuadere, per convincere, per entrare in noi attraverso i pori”, affermava a tal proposito Jean-Auguste-Donique Ingres.
In un mondo che ci vuole omologati ed incredibilmente proiettati al futuro, la vera sfida è restare nel presente, concentrarsi sul “qui ed ora”, imparando cosa significhi realmente cogliere l’attimo.
di Chiara Tagliarino