Quante volte, saltando da una bacheca di Pinterest all’altra, siete rimasti incantati da un disegno? Non le solite modelle abbozzate vicino a un mug di Starbucks: magari una semplice traccia di pennello che ricorda le labbra di una donna appoggiata a un guanto oppure un volto femminile sopra un volo di piume rosse o ancora un abito imponente che emerge grazie a pochi tratti delineati dentro ad un foglio colorato. Ecco, se vi è capitato è perché siete stati rapiti dal mondo di illustrazioni e arte haute couture di Renè Gruau.
Nato a Rimini nel 1909, Gruau, al secolo Renato Zavagli Ricciarelli delle Caminate, è il responsabile di una delle rivoluzioni copernicane del mondo della moda: l’impiego del disegno come mezzo di promozione delle più importanti maison. Furono infatti le sue illustrazioni, ospitate negli anni ’40 e ’50 dalle illustri pagine di magazine come Vogue, L’Officiel, Femina e Marie Claire, a mostrare quanto potente potesse essere questo mezzo per far conoscere abiti e accessori ad un pubblico più vasto di quello degli addetti ai lavori.
Collaborando con gli stilisti più in voga dell’epoca, Renè Gruau ha contribuito a diffondere l’essenza delle loro collezioni grazie alla potenza del colore e alla voluta mancanza di nitidezza eccessiva nelle sue opere. Ed è così che si delineano le donne un po’ ritrose e ammantate di nero di Balenciaga, i fiocchi sul retro degli abiti da sera di Lanvin, l’irriverenza delle maniche inaspettatamente vaporose di Givenchy.
Ma è con Christian Dior che, dal 1947, Gruau forma il sodalizio più longevo e prolifico: sono i suoi tratti a dare forma e sorriso alla donna simbolo del New Look voluto dal Couturier parigino. Elegante, ovvio, ma che adora giocare con la leggerezza della moda, come dimostrano le immagini dei profumi Diorissimo e Miss Dior, dove fanciulle e spasimanti sono ricoperti, avvolti, quasi sommersi da bouquet fioriti.
Lo stile di Gruau, a metà fra il disegno giapponese ed i bozzetti di Toulouse-Lautrec, ben si è prestato anche a campagne pubblicitarie oltre la sfera della moda: è merito suo se adesso collezioniamo stampe Cinzano con ricche signore che si fanno versare un bicchiere di aperitivo, o se le locandine della “Dolce Vita” di Fellini campeggiano come veri e propri quadri in salotto, ad evocare tutto il caleidoscopio di emozioni del film, mentre Rimini deve forse proprio alle sue illustrazioni il fascino della vita mondana da riviera (non a caso la città ospita una collezione permanente dei suoi disegni).
I tempi delle cover illustrate di Vogue potranno anche essere finiti, foto e tecnologia hanno di sicuro largamente soppiantato carta e matita, ma una cosa è certa: il fascino delle opere artistiche di Renè Gruau è intramontabile. La prossima volta che posteremo un bozzetto di Audrey vicino a una tazza di caffè, sapremo chi lo ha ispirato.
di Martina Faralli