Da vero perfezionista creativo Steve Hiett, attraverso i suoi scatti, rappresenta graficamente tutto ciò che la sua mente estrosa immagina, concretizzando poi questi suoi flussi d’arte immortalando modelle immerse nel colore in ambienti carichi di energia.
Hiett è un fotografo di moda da 50 anni e protagonista indiscusso delle più grandi testate del mondo fashion; il suo è un marchio inconfondibile: ha firmato diverse copertine di Vogue Uk all’inizio della carriera ed in seguito ha realizzato capolavori per Vogue France e Marie Claire.
L’industria della moda è il suo pane quotidiano unito a fotoritratti, graphic design, pubblicità e la professione di art director per numerose riviste. Nei suoi fermi immagine racconta di sobborghi metropolitani, solitudine e sogni in mondi compositi, cattura soggetti decentrandoli, le modelle appaiono con gambe infinite e pelle brillante e ottiene un effetto tridimensionale unico combinando la saturazione dei colori con l’esposizione della scena attraverso un intenso uso del flash.
In occasione dell’uscita del libro “Beyond Blonde”, edito da Prestel, l’artista espone presso la Galleria Carla Sozzani in Corso Como 10 a Milano una selezionatissima raccolta delle 12 immagini, stampate in grande formato, più rappresentative dei suoi 50 anni di carriera.
Pur partendo dal bianco e nero, il suo stile è contraddistinto da scelte cromatiche che sono perlopiù dettate dai colori primari, con una straordinaria predominanza dei toni del blu non solo come filo conduttore concettuale di un set ma anche come scelta per ambientazioni esterne o panoramiche contraddistinte da paesaggi naturali divisi tra cielo e acqua.
I soggetti interagiscono tra loro e con elementi scenografici quali auto, biciclette, macchine fotografiche e pattini a rotelle; nuove sono le posizioni, accattivanti gli sguardi, ben studiato il fuoco dell’immagine.
La sua arte si può così descrivere con le note di una canzone da lui scritta ma mai completata nel corso della sua attività da musicista, prefazione della svolta alla fotografia “Strange, beautiful girls in strange, beautiful spaces in strange, beautiful light”.
di Silvia Fabris