Green di nome e (o) di fatto. Sempre più architetti e progettisti nel mondo stanno aderendo alla pratica del Green Design, la costruzione di edifici a basso impatto ambientale e, perché no, letteralmente ricoperti di verde. Grattacieli compresi.
La paternità dell’ammantare pareti spesso vertiginose di piante e fiori è di Patrick Blanc. Il biologo francese si prefigge la ricerca di una combinazione fra arte e botanica sin dal 1994, quando presentò una sua creazione al Festival International des jardins di Chaumont–sur–Loire. Da lì, le sue opere hanno iniziato a diffondersi in tutto il mondo, dalle boutique di alta moda come Costume National e Yves Rocher a Parigi, fino a edifici proiettati verso il cielo.
Un esempio è il One Central Park a Sydney: alta più di 117 metri, la torre terrazzata al centro della città australiana non si pone solo come attrazione fotografica, ma è anche dotata di un eliostato per fornire energia elettrica all’intero parco sottostante.
Lo stesso principio di autosufficienza dell’edificio, insieme alla generazione di energia pulita, è ripreso dai 19 piani dello Urban Cactus di Rotterdam. Progettato da UCX Architects, il suo sistema di terrazze verdi ruotate fra loro crea le condizioni essenziali per neutralizzare inquinamento e calore. E la sua forma ispirata all’omonima pianta del deserto lascia a bocca aperta.
Impossibile inoltre non menzionare una meraviglia tutta italiana, ovvero il Bosco Verticale di Stefano Boeri. Questo progetto di “riforestazione metropolitana” ospita 900 alberi e più di 2000 piante, preziose per assorbire CO2 e particelle di polvere e al contempo produrre ossigeno. La nomina di Migliore Architettura del Mondo 2015 è più che meritata.
Ci sono poi edifici che magari non avranno pareti vegetali, ma sono green nel cuore. La Hearst Tower di New York, con la sua imponente struttura in vetro e acciaio, è costituita in larghissima parte da materiali riciclati, e soddisfa le utenze idriche dell’edificio grazie a un bacino di più di 14.000 litri di acqua piovana.
A Canton, in Cina, la Pearl River Tower dello studio Skidmore produce energia eolica grazie ad apposite fenditure nella facciata dell’edificio, mentre la Lightwing Tower dello studio Atkins Middle East a Dubai utilizza celle fotovoltaiche direttamente impiantate nella facciata dell’edificio per il fabbisogno energetico degli uffici al suo interno.
Campione di energia green è infine il Bahrain World Trade Center a Manama: le due vele che lo compongono sono dotate di tre eliche ciascuna, in grado di coprire circa il 15% del consumo energetico di un edificio alto 240 metri. Il tutto a riprova del fatto che il sodalizio fra design e ambiente non è mai stato così fertile.
di Martina Faralli