“Il talento è più importante della bellezza”. Riportare al meglio in parole l’essenza di un’opera che ha nelle immagini il suo fulcro, è appannaggio di pochi. E fra questi c’è sicuramente il creatore dell’opera stessa.
Peter Lindbergh sintetizza così, con una frase lapidaria, il Calendario Pirelli 2017. Il titolo della 44esima edizione è Emotional, preludio ad un’opera fotografica ben lontana dalla sensualità a volte spinta delle passate edizioni di The Cal.
Jessica Chastain, Penelope Cruz, Nicole Kidman, Rooney Mara, Helen Mirren, Julianne Moore, Lupita Nyong’o, Charlotte Rampling, Lea Seydoux, Uma Thurman, Alicia Vikander, Kate Winslet, Robin Wright, Zhang Ziyi. Sono i 14 volti che Lindbergh ha scelto per rappresentare il gotha femminile di Hollywood senza trucco, ma non senza veli.
Dopo il successo dell’edizione 2016 curata da Annie Leibovitz, la quale aveva posto in primo piano i raggiungimenti delle donne piuttosto che il loro aspetto fisico, anche quest’anno a dominare la scena di The Cal non sono le curve, ma le personalità femminili. Struccate, ma ugualmente potenti.
“Il volto di una persona è come uno specchio dei suoi sentimenti più reconditi”. Con il proposito di immortalare proprio questi sentimenti, Lindbergh pone le sue muse in ambienti evocativi ma che ne risaltino l’intensità di espressione. Un set (quasi) cinematografico che va dai fast food ai grandi studios di produzione, da Times Square al Polo Pirelli di Sesto Torinese, da Berlino fino all’hollywoodiana Los Angeles.
La cena di gala per la presentazione di oggi, 29 novembre, si terrà alla Cité du Cinéma di Saint Denis a Parigi, perfetta continuazione dell’omaggio al mondo del cinema che questo Calendario Pirelli rappresenta.
E in una notte sicuramente stellata spicca ancora più potente il messaggio che Lindbergh sottende all’intera opera: “In un’epoca in cui le donne sono rappresentate dai media e ovunque come ambasciatrici di perfezione e bellezza, ho pensato fosse importante ricordare a tutti che c’è una bellezza diversa, più reale, autentica e non manipolata dalla pubblicità o da altro. Una bellezza che parla di individualità, del coraggio di essere se stessi e di sensibilità”.
di Martina Faralli