Occhi chiari, espressivi, circondati da un filo di matita nera. Quello di Angelique Cavallari, attrice italo-francese, è uno sguardo che racconta, che recita da protagonista nel film “Mancanza-Purgatorio” e che è sincero quando esprime la sofferenza di Marta in “Seguimi”. L’amore per l’arte spinge questa donna a scoprire nuovi mondi, a immergersi in essi e a sperimentare sempre più. Questo ci racconta (e molto altro) nell’intervista che Gilt ha deciso di realizzare per i suoi lettori.
Cara Angelique, sei un’attrice di teatro, cinema e anche una profonda scrittrice di poesie. Da dove nasce l’interesse per tutte queste discipline artistiche? Hai intenzione di sperimentare altri campi?
Fin da quando ero piccolina avevo una visione particolare del mondo e di ciò che mi circondava, una vitalità socievole e al contempo una solitudine ricca ed un approccio anche verso le scienze che poi sono collegate all’astratto. Penso siano nate da sole e cresciute con me. Altre discipline oltre la recitazione e la poesia? Chissà…Per ora mi dedico anima e corpo a queste, che già contengono universi vasti di per sé.
Francia e Italia, due luoghi a te molto cari. Cosa custodisci in te dell’uno e dell’altro?
Dell’Italia amo la grande umanità e una nobiltà d’animo semplice, ricchezza immensa dell’essere umano, oltre che il senso dell’umorismo. Della Francia la caparbietà, il coraggio nel difendere ciò che si pensa e in cui si crede, e la democratica rimessa in discussione delle proprie idee con trasparenza e responsabilità.
Nel film “Seguimi” interpreti Marta, un personaggio avvolto dal mistero, che vive (o sopravvive) nel dolore. Come ti sei preparata a interpretarlo?
Ho cercato nel mio bagaglio emozionale personale. Poi ho vissuto momenti di solitudine estrema, ho osservato attorno a me e in più ho fatto un’intensa attività fisica (essendo Marta una ex tuffatrice olimpica), che mi ha fatto capire ancor di più cosa succede quando tutto si rompe e “non puoi far vedere al mondo che sei fragile”, quanto profondo sia stato l’abisso in cui mi sono tuffata, per interpretarla. Lei è una creatura molto delicata, che sembra però fatta di roccia e ha bisogno d’amore.
L’Angelo/Ulisse di “Mancanza-Purgatorio” è una donna sensuale e unica, la sua sagoma è stata costruita su di te. Un carattere insolito, non sempre presente sul grande schermo. Cosa ti accomuna a questo personaggio? Da dove deriva la sua profondità?
E’ una donna guerriera, delicata e forte al tempo stesso. Nel film é inconsapevole della sua missione, di sè stessa quasi fino alla fine, poi però prende coscienza e si assume la responabilità di quel che deve portare a termine e si permette di essere quel che é in realtà. È molto commovente. Io ho contribuito con il feeling emozionale ed intuitivo.
Com’è stato far parte della giuria al Festival del cinema di Alessandria d’Egitto?
Un’esperienza meravigliosa ed arricchente! Fare il tappeto rosso del Medio Oriente, in giuria con personalità tra i più grandi registi e attrici, di Siria, Tunisia, Grecia, Francia, Giordania, Afganisthan, Egitto, Tunisia, etc… Io rappresentavo Francia e ltalia, e giudicavo i film concernenti il Mediterraneo: il mio era uno sguardo europeo, su film che spesso trattavano argomenti di guerra che noi qui non possiamo nemmeno immaginare. Un festival sulla Resistenza quest’anno, dove ho capito ancor di più dagli scambi che ho avuto che la gente ha bisogno di evadere dalla realtà, oltre che di una catarsi anche attraverso il Cinema. La gente ha voglia di Pace e Amore realmente.
Cosa ami fare durante il tuo tempo libero?
Ascoltare la musica e la radio, stare con amici, passeggiare per la città o nella natura, dipingere, fare collages.
di Federica Giampaolo