Ryan Reynolds, sarebbe inutile fare presentazioni, ma qualche curiosità non guasta di certo: classe 1976, canadese dagli occhi color nocciola, si avvicina da giovanissimo al mondo dello spettacolo, diventando un attore molto apprezzato e recitando con grandi nomi del cinema come Sandra Bullock, Julia Roberts e Ben Affleck. Eletto l’uomo più sexy del 2010 dalla rivista People, nel 2012 sposa l’affascinante Blake Lively da cui avrà due splendide bambine.
Candidato agli ultimi Golden Globe con il film “Deadpool“, in cui veste i panni di un supereroe sopra le righe, a maggio lo rivedremo al cinema con “Life“, lungometraggio che mescola ingredienti thriller ad un’intensa storia fantascientifica (per la regia di Daniel Espinosa).
Gilt Magazine questo mese si dedica al tema del tempo e non poteva di certo farsi sfuggire il lancio nel nuovo orologio firmato Piaget: “Piaget Polo”. Il noto marchio dà vita ad un “gioiello” di lusso, elegante nello stile e geometrico nelle forme. Otto “Game Changers” sono stati selezionati dalla celebre Maison di orologeria per festeggiare il nuovo progetto, e fra tutti la nostra attenzione è caduta proprio su Ryan Reynolds. Ecco per voi l’intervista esclusiva al protagonista di questo mese. Buona lettura!
Come si è sentito quando ha saputo che Piaget le voleva affidare l’incarico di ambasciatore internazionale maschile?
Ho subito pensato “La targa sarà proprio grandiosa sulla mia scrivania”. No…ero completamente lusingato ed onorato. Sai perfettamente che ci sono alcuni traguardi nella vita dove pensi “Oh mio Dio, ce l’ho fatta” oppure “Mio Dio ho raggiunto un momento speciale” e questo è sicuramente uno di quei momenti, essere parte della famiglia Piaget è un sogno che si avvera. Voglio dire, non so se è importante dirlo, ma l’ho capito da uno dei miei film preferiti che si chiama ‘Planes, Trains and Automobiles’ (“Un Biglietto in Due”) . Quando ero bambino significava tanto per me. Uno dei protagonisti è Steve Martin e nel film indossa un orologio Piaget che non dimenticherò mai. Per me questo significa che la persona ce l’aveva fatta, che aveva raggiunto un obbiettivo nella vita. Ad un certo punto Steve Martin, disperato, venderà il suo Piaget per avere del cibo e un posto dove dormire. Si separerà dal suo prezioso orologio. Non lo scorderò mai.
Dicci, cosa fai qui oggi?
Sono molto emozionato e felice di annunciare che mi unisco alla famiglia Piaget. Sono qui per fare alcuni servizi fotografici per diversi orologi del Marchio. Una delle cose che adoro più è lavorare con questa troupe. Conosco Piaget da quando ero bambino, e non si può trovare un marchio più iconico di questo, sinonimo di maestria, eleganza, creatività. Caratteristiche che si possono trovare in tutti i loro orologi, in particolare in quelli che sono stati a lungo iconici, che sono senza tempo, questo è molto importante per me. Sai, lavoro in un settore dove c’è l’idea che le cose possano essere messe da parte ed accantonate velocemente. Quindi, quando trovi qualcosa di simbolico, eterno, è notevole…e questo è ciò che amo di Piaget.
Come pensi debba essere indossato un orologio per dar l’idea di “articolo di lusso”?
Mi piace l’idea del lusso rilassato, l’idea che quello che porti con lo smoking lo puoi indossare anche con un completo casual, per una serata fuori o a cena. Mi piacciono le cose versatili.
Come definiresti un “Game Changer”?
Secondo me i Game Changers sono obiettivi sempre in movimento. E’ un qualcosa che vorresti avere almeno un paio di volte durante la tua vita. Sono quei momenti in cui una persona si reinventa. La speranza è di avere più opportunità del genere, proprio perché non vorrei rimanere nello stesso posto tutta la vita. So che posso parlare della mia vita, se guardo alla mia carriera sono andato dalle stelle alle stalle e poi di nuovo alle stelle, e in tutti questi momenti tu pensi “Oddio, questo è terribile” e poi c’è un Game Changer, e d’improvviso, tutto rose e fiori. Si può dire la stessa cosa per la propria vita privata. Quindi i Game Changers sono proprio i momenti in cui ci reinventiamo!
di Federica Giampaolo