In un momento storico in cui la fantasia supera la realtà, le leggende incuriosiscono più della storia e il magico non è più un tabù, i maggiori registi di tutto il mondo si affidano a questi ingredienti prediletti per conquistare il pubblico e creare un successo. Il regista di “Sherlock Holmes” Guy Ritchie ci ha visto lungo e mixando questi elementi ad una ben nota storia come quella di Re Artù, non poteva far altro che avere tutti gli spettatori ai suoi piedi.
Un mito letterario che narra le vicende di un giovane coraggioso, costretto a fuggire dal suo regno quando era solo un bambino dopo la morte dei genitori per mano dello zio. Cresciuto fra mendicanti e cortigiane tenterà, come tutti i maschi del regno, di estrarre la magica spada dalla roccia. Solo il prediletto ci riuscirà e solo lui potrà godere di poteri straordinari.
King Arthur ha in sé tutte le carte giuste per essere un fantasy di successo: l’azione, l’adrenalina, costumi curati nel dettaglio, una sceneggiatura che dona spessore ai caratteri, senza banalizzarli a semplici “soggetti di un vecchio mito”.
Un cast stellare contribuisce senza dubbi all’ottima realizzazione: Charlie Hunnam, con i suoi lunghi capelli biondi, l’aria da duro e la notorietà tratta da “Pacific Rim” e “Sons of Anarchy”, si è conquistato il ruolo da protagonista, nonostante il peso del collega Jude Law che, più crudele che mai, ridà vita al grande antagonista Vorgigern; l’incantevole Àstrid Bergès-Frisbey interpreta Ginevra, giovane misteriosa che ruba il cuore al ribelle Artù; infine Eric Bana, divenuto esperto di film d’azione e fantasy avendo recitato in “Star Trek”, “Hulk” e “Troy”, qui è Uther Pendragon, leggendario sovrano di Britannia e padre del legittimo proprietario di Excalibur.
Tanta aspettativa e curiosità. Come fare? Basta andare al cinema! King Arthur dall’11 maggio in tutte le sale!
di Federica Giampaolo