“Cosa fareste se i vostri figli avessero commesso un crimine orribile? Fino a che punto vi spingereste per proteggerli?” Questa è la domanda durissima che ci pone lo scrittore e regista Oren Moverman con The Dinner, il suo ultimo film in sala dal 18 maggio e tratto dall’omonimo bestseller di Herman Koch. Un film-provocazione che mostra un feroce ritratto della natura più indiscriminata dell’uomo, ben celata sotto la superficie delle convenzioni sociali e delle apparenze borghesi.
Nata con un impianto teatrale ma costruita come un thriller, la vicenda prende il via da una cena formale consumata in uno dei ristoranti più esclusivi della città, per poi snodarsi attraverso ricordi e flashback dei quattro protagonisti in scena. A tavola infatti ci sono Stan Lohman (Richard Gere), membro del Congresso in corsa per la carica di governatore, accompagnato dalla giovane moglie Katelyn (Rebecca Hall), con il fratello minore Paul (Steve Coogan) e la rispettiva moglie Claire (Laura Linney).
Quella che sembrerebbe una normale riunione familiare, si rivela essere invece l’occasione per discutere di un doloroso dilemma morale, tutto giocato sul sottile limite fra giustizia e legami familiari. Sono i figli delle due coppie infatti, rispettivamente Rick (Seamus Davey-Fitzpatrick) e Michael (Charlie Plummer) a spezzare i già precari equilibri delle loro famiglie, con un atto che lascerà tutti loro sconvolti ed increduli.
Un’attenzione particolare va all’eclettica colonna sonora, da Bob Dylan a Philip Glass, passando per Firewater e Leonard Cohen. Un mix bizzarro di oltre 60 brani, molto curato dal regista che nel motivare la sua scelta, ha commentato: “Volevo che ciascuna scena avesse un diverso brano; penso che sia una buona rappresentazione della natura fratturata di queste persone e del loro mondo.”
The Dinner di Herman Koch era stato pubblicato nel 2009, ma la potenza del suo messaggio risuona ancora oggi più vivida ed attuale che mai. Se è vero che prevale sempre il senso di proteggere ciò che è nostro o di quelli che appartengono alla propria cerchia, e che ognuno vuole perseguire solo i propri interessi, la verità è che alla fine nessuno vince, perché non c’è un vincente. L’unica cosa che accade è che tutti i nodi arrivano al pettine.
di Gaia Lamperti