La stagione più calda dell’anno è arrivata, e con essa i ritmi stanno rallentando, portandoci in uno stato di quiete e relax. Un agosto sonnecchiante e ozioso, dove le giornate sono scandite dal sole e dal desiderio di…non fare nulla. Ozio allo stato puro, quindi. Esattamente però, di cosa stiamo parlando quando ci riferiamo all’ozio?
La noia infatti è un sentimento ben diverso dall’ozio; è un momento di stasi che si presenta a chi vive caratteristiche di insofferenza e di incapacità a riempire un vuoto enorme. Quando parliamo di ozio, invece, ci stiamo riferendo ad una scelta pienamente consapevole e solitamente ritenuta molto piacevole: la decisione di non fare nessun tipo di attività, che sia per riposare o per il puro piacere personale di rimanere nell’immobilità.
Nell’arco della storia, molti autori hanno pensato e parlato dell’ozio; ad esempio Bertrand Russel, che nel 1935 fece scalpore col suo famosissimo “Elogio dell’ozio”, in un tempo di perbenisti dove “l’ozio era visto come il padre di tutti i vizi”. Questo scritto è una raccolta formata da 15 saggi dove, oltre a parlare della qualità dell’ozio, l’autore spaziava tra argomenti economici, sociali, politici e filosofici.
Secondo Russell, per vivere bene “il salariato non dovrebbe lavorare per più di 4 ore al giorno”, in quanto ci sarebbe una produzione sufficiente per tutti e la disoccupazione finirebbe, sempre che si ricorra a un minimo di organizzazione. E sempre per citare le sue parole “Bisogna ammettere che il saggio uso dell’ozio è un prodotto della civiltà e dell’educazione”. Questo perché lavorare per tutta la vita e poi smettere all’improvviso porterebbe alla noia, viceversa se non si dispone di una giusta quantità di tempo libero, si resterebbe tagliati fuori dalle cose migliori della vita, dalla spensieratezza e dalla giocosità, a favore del culto dell’efficienza.
Oziare, dunque, per restare puri e ludici come dei bambini, oziare per lasciare spazio anche all’altro di rendersi socialmente utile ed attivo. Guardando la cosa sotto una prospettiva scientifica poi, ci accorgiamo di quanto sia importante il riposo per il nostro cervello e le nostre articolazioni. Abbiamo bisogno di poter riposare per recuperare le energie fisiche e la lucidità mentale spesi nel corso dei mesi lavorativi invernali.
L’ozio è nuova energia, è il caricabatterie del nostro corpo e della nostra mente, è lo strumento che ci permette di ripartire dopo aver recuperato uno stato psico-fisico di salute che si era affievolito per via dello stress. Non è noia e non è per forza stasi, bensì assume diversi significati, a seconda di chi lo sceglie. E’ il recupero del nostro tempo per fare qualcosa di utile o piacevole per la nostra persona e, perché no, magari anche (come diceva il buon Bertrand) per la società. E voi, che tipo di ozio sareste?
Buona Estate e Buon Ozio a tutti!
di Sabrina Burgoni