Chi frequenta Pitti Uomo sa che, per quanto la manifestazione sia variegata ed entusiasmante, trovare un angolo di pace nell’andirivieni della Fortezza da Basso non è mai facile. Quest’anno però ci ha pensato Z Zegna a portare uno sprazzo di serenità all’interno del caos.
È così che, entrando nello spazio espositivo del Teatrino Lorenese, si fa un passo fuori dalla civiltà e uno dentro la natura. Siamo improvvisamente in montagna, in un bosco il cui suolo è ricoperto da un tappeto di foglie croccanti. Tutto intorno, il brusio degli altri ospiti è interrotto solo dal rumore del vento, dei torrenti e delle piante che frusciano.
Non è un paesaggio casuale quello che Z Zegna ha voluto riprodurre con tanta minuziosità: si tratta infatti di uno spaccato dell’Oasi Zegna, area montana delle Alpi Biellesi che già il fondatore Ermenegildo Zegna si occupò di riforestare e tutelare, rendendola oggi un luogo di sport ed educazione ambientale.
Ed ecco fra gli alberi spuntare i capi della collezione Autunno/Inverno 2018-19 di Z Zegna, indossati da manichini che potrebbero benissimo essere novelli esplorati di una natura incontaminata. L’intero guardaroba è ispirato al mondo del mountaineering, del trekking in montagna, e l’obiettivo finale non può che essere l’unione fra le alte performance del materiale tecnico e la sartorialità tanto cara alla Maison lombarda.
Largo dunque a tessuti imbottiti che tengano il massimo calore, uniti a pantaloni affusolati in tweed e check e a trekking boots con suola high impact per permettere lunghe passeggiate. Ritorna anche il TECHMERINOTM, fibra che fonde la lana Merino con le migliori tecniche di impermeabilizzazione e finitura. Per questa stagione lo si trova addirittura su un abito, che diventa così wash&go, lavabile ed immediatamente indossabile una volta asciutto.
Anche i colori, infine, sono pensati per fondersi il più possibile con la natura montana: verde bosco, crocus, castagna, pino, giallo finferlo, ardesia e rosso bacca. Per una palette che rende assoluto protagonista il paesaggio da esplorare.
di Martina Faralli