Atteso ritorno per Riccardo Schwartz al Nuovo Teatro Ariberto di Milano, che a partire da giovedì 25 gennaio si esibirà con il ciclo “Schubert e la musica francese”.
Lo avevamo già visto lo scorso anno, dopo il successo di critica raggiunto dalle 32 Sonate per pianoforte di Beethoven. E non mancherà di stupire anche questa volta con le sue interpretazioni profetiche e visionarie legate al principale rappresentante del periodo romantico.
Al pubblico verranno offerte tre sonate di Schubert (D. 845, D. 784, D.959), anticipate dalle sonorità di Debussy e Ravel. Che rapporto esiste tra i due compositori francesi di inizio Novecento e il maestro viennese dell’Ottocento?
Per Schwartz la vicinanza è indubbia, suggerita dal comune vagheggiamento dello spirito che lega i maestri. D’altro canto, gli uni mitigano l’austerità dell’altro, esaltando la poetica sospesa e attenuando le asperità della musica di Schubert.
Il critico musicale Giampaolo Minardi ha definito Schwartz “un pianista dal brillante futuro per la solidità d’impianto e una capacità di concentrazione rara”. Solista di molti direttori di fama mondiale, tra i quali Gustav Kuhn e Yuri Temirkanov, il pianista milanese si è esibito con recital e concerti per pianoforte e orchestra in prestigiose sale, quali il Konzerthaus di Bolzano, il Tiroler Festspiele Erl in Austria, il Teatro La Fenice di Venezia, la Salle Gaveau di Parigi.
Con il ciclo “Schubert e la musica francese” il livello resta alto, e lo spettatore potrà godere della duplice veste di Riccardo Schwartz: sapiente interprete da un lato, e avveniristico mediatore del virtuale dialogo tra i maestri Schubert, Debussy e Ravel dall’altro.
Costo del biglietto: € 10,00; € 7,50 ridotto under 25
www.home.nuovoteatroariberto.it
di Denise Rotondi