La London Fashion Week è giunta ormai al termine e l’iconico brand britannico Pringle of Scotland, nato nel 1815 come produttore di maglieria di lusso, è stato uno dei protagonisti dell’ultima giornata con la presentazione della sua nuova collezione donna Autunno/Inverno 2018.
Pringle of Scotland ha realizzato una linea che combina tradizione e modernità, che celebra le numerose sfaccettature dell’identità del brand. Si ispira, infatti, alla storia e all’industria dei filati, all’artigianalità e alla bellezza dei paesaggi naturali scozzesi, così come per quanto riguarda le combinazioni di colori e texture sulla maglieria. L’agata indigena scozzese, simbolo di scoperta, è infatti una pietra che ha ispirato la combinazione dei filati dai colori differenti sui meravigliosi maglioni e cardigan realizzati a mano.
Per celebrare la tradizione, non potevano mancare reinterpretazioni dell’iconografia Pringle of Scotland e dello stile sportswear, reso famoso proprio dal brand negli anni 1980: il logo tipografico è applicato su una semplice maglia a girocollo e abbinato a pantaloni in maglia, per assicurare un lussuoso look athleisure. Un altro motivo sportswear e elemento distintivo del marchio scozzese è l’Argyle a rombi. Per realizzare una nuova ed esclusiva stampa, una versione di questo famoso design è stato dipinta a mano dall’illustratrice Frida Wannerberger.
Tra le stampe non mancano quelle leopardate, per far riferimento all’importanza del leopardo nella cultura dello stile britannico e per creare contrasti di pattern che donano dinamicità ai capi. Infatti, la collezione donna Autunno/Inverno Pringle of Scotland è colorata, nonostante le nuances siano quelle tipiche della stagione invernale.
Conosciuto e amato in tutto il mondo per la maglieria, Pringle of Scotland non smette di stupirci reinterpretando la tradizione attraverso tecniche innovative e realizzando capi senza tempo. Con alle spalle oltre duecento anni di storia, continua ad essere un brand moderno e pionieristico; un campione del patrimonio britannico.
di Flavia Liviero