Una delle più importanti figure nel mondo del design contemporaneo, spagnola d’origine, di Oviedo precisamente, un curriculum invidiabile, decine di premi e riconoscimenti vinti; Allieva di Castiglioni con opere esposte al Moma di New York, esplosiva, empirica, tradizionalista e allo stesso tempo avveniristica, é Patricia Urquiola. In vista della 57^ edizione del Salone del Mobile di Milano, noi di Gilt le abbiamo rivolto qualche domanda.
Lo scorso anno l’abbiamo vista protagonista al Salone del Mobile con l’installazione Cassina 9.0, in cui è riuscita a trasmettere in maniera quasi giocosa l’evoluzione di un’azienda che vanta 90 anni di esperienza nel settore del design. Cosa possiamo aspettarci da lei per questa 57^ edizione del Salone?
Come ogni Salone del Mobile, sarà per me una grande festa. Vivo questa settimana come se fosse Capodanno, raccogliamo i risultati di un anno di lavoro per poi ripartire da zero con progetti nuovi e migliorando quelli appena presentati.
Il design ieri e oggi: cos’è cambiato? E quali sono i valori e le tradizioni che bisogna continuare a rispettare e tramandare?
Indubbiamente il design sta cambiando, si sta evolvendo, ma credo sia una delle basi del mio lavoro rispettare la tradizione, partire sempre da lì. Con Cassina, per esempio, mi sono trovata davanti ad un archivio di più di 600 pezzi ed è per me fondamentale, come art director, far rivivere l’archivio storico e farlo dialogare con prodotti nuovi.
Quando pensa e crea un oggetto, qual è l’emozione che vuole trasmettere?
Dipende, ogni oggetto è diverso, perchè è diversa la sua provenienza così come l’intento per cui è stato creato. Ogni volta è differente. Mi piace creare empatia con la materia, con le persone e anche con lo spazio. Per fare questo è fondamentale creare un dialogo con il cliente, porsi delle domande, capire i bisogni e trovare delle soluzioni.
Da allieva dei maestri Achille Castiglioni e Vico Magistretti a grande designer contemporanea ed esempio per i giovani; qual è il consiglio che si sente di dare a chi sceglie di avvicinarsi a questa professione?
Di viaggiare, di prendere tutto quello che li circonda con curiosità e di non aver paura di esprimere la propria idea. Di sbagliare e ripartire dai propri errori per fare meglio.
Come saranno gli oggetti del futuro?
Mobili, lampadari e elettrodomestici da cucina, tutto si è evoluto per essere collegato in qualche modo ai computer. Dovremmo sempre essere di mentalità aperta. Ciò non significa perdere la curiosità per le cose create, ma significa ricordare il lato umanistico e usare la tecnologia e l’energia per gestire tutto. Gli oggetti avranno sempre più funzioni, per esempio una lampada non servirà più solo a illuminare, ma anche a proiettare film o presentazioni sulle pareti di casa.
Quali sono le sue fonti di ispirazione?
Mi piace prendere ispirazione da tutto ciò che mi circonda, perchè l’ispirazione può arrivare da qualsiasi cosa. Per questo ogni mio progetto nasce da una pagina bianca, se si ripete una formula si smette di creare.
Un ringraziamento speciale a Patricia Urquiola per la sua grande disponibilità!
di Paola Vaira