Si chiude il sipario su Cannes e la 71 edizione del Festival giunge al termine dopo oltre dieci giorni di proiezioni, eventi, sfilate, proteste. Un’edizione, questa, più fortemente impegnata, dove non sono mancate significative manifestazioni, proteste sociali, discorsi indimenticabili. Le pellicole stesse si sono focalizzate su temi piuttosto forti e seri, ingranando meccanismi di riflessione sociale.
In generale, tra i film in gara vi è stato poco da ridere. Ma Cannes, d’altronde, non è mai stato un posto per frivole commedie. A vincere l’ambita Palma D’oro è stato il film Shoplifters del regista giapponese Kore-Eda Hirokazu, la cui trama ruota attorno a una famiglia povera che accoglie a casa una ragazzina abbandonata.
Nella categoria Grand Prix ha invece trionfato BlacKkKlansman di Spike Lee, basato sulla storia vera dell’agente Ron Stallworth, infiltrato nel Ku Klux Klan. Per la Camera D’Or, categoria dedicata ai talenti emergenti, vince Girl di Lukas Dhont.
Alla cerimonia conclusiva del Festival, tenutasi il 19 maggio, anche l’Italia è stata insignita di premi importanti. Alice Rohrwacher vince, con un ex aequo con Nader Saeivar (Se Rokh), il premio per la migliore sceneggiatura con la pellicola Lazzaro Felice, ampiamente applaudito durante la proiezione. Altro vincitore italiano è Marcello Fonte, il quale si aggiudica, grazie alla sua performance nel film Dogman di Garrone, il riconoscimento come miglior interpretazione maschile. Migliore attrice, invece, è Samal Yeslyamova in Ayka.
Di questa edizione c’è da aggiungere che, oltre ai film in concorso, alcuni momenti significativi saranno ricordati in futuro, a partire dalla marcia simbolica delle 82 donne del cinema sulla gradinata d’onore, in segno di protesta contro l’evidente gap numerico tra presenza maschile e femminile nel Festival sin dagli esordi.
Altro momento importante è stato quello in cui 16 interpreti di colore hanno manifestato con il pugno alzato rivendicando l’inclusione delle donne nere del cinema francese. Se poi aggiungiamo anche Kristen Stewart che toglie i tacchi sul red carpet e, libera da ogni costrizione, solca la passerella a piedi nudi, e il discorso tagliente di Asia Argento durante la cerimonia conclusiva, si può concludere che, sì, questa è stata l’edizione in cui le donne hanno cominciato a far valere i propri diritti in un Festival in cui la dominanza maschile è stata sempre pressoché evidente.
di Debora Lupi