I macchiaioli. Arte italiana verso la modernità
Debutta alla Gam di Torino il meglio della pittura macchiaiola: dalla sperimentazione degli anni Cinquanta dell’Ottocento ai capolavori degli anni Sessanta. Le premesse, gli albori e la stagione iniziale e più felice del movimento sono i protagonisti della mostra I Macchiaioli. Arte italiana verso la modernità, per la prima volta alla Galleria Arte Moderna e Contemporanea di Torino, fino al 24 marzo 2019.
Firenze, Maggio 1861: un gruppo di giovani artisti si ritrova al Caffè Michelangiolo dando vita a un nuovo concetto di sintesi pittorica, la “macchia”. Coniato dalla stampa in senso dispregiativo in occasione dell’Esposizione Nazionale di Firenze del 1861, il termine macchiaioli piacque tanto ai pittori che decisero di adottarne il soprannome. Un’ardita sperimentazione, tra i momenti più significativi del rinnovamento dei linguaggi figurativi, che porterà a un’arte italiana moderna, e che proprio alla Promotrice delle Belle Arti di Torino deve la sua affermazione.
Proclamata Capitale del Regno d’Italia, la città visse nel Risorgimento una stagione di particolare entusiasmo culturale. Per documentare l’arte allora contemporanea è dovuta la nascita dell’attuale Gam, che rende omaggio ad artisti quali Antonio Fontanesi, i piemontesi della Scuola di Rivara e i liguri della Scuola dei Grigi, in dialogo per l’occasione con circa 80 opere firmate tra gli altri da Silvestro Lega, Giovanni Fattori, Cristiano Banti, Telemaco Signorini e Odoardo Borrani.
I macchiaioli, un itinerario all’interno della mostra
Il percorso I macchiaioli. Arte italiana verso la modernità inizia dal racconto della formazione dei protagonisti con le prime opere accademiche rispettose della tradizione rinascimentale, di gusto romantico o purista. A introdurlo, anche una selezione di lavori scelti tra quelli proposti alle prime Promotrici di Belle Arti e alla prima Esposizione nazionale di Firenze del 1861. Sullo sfondo, la visita all’Esposizione Internazionale di Parigi del 1855 e il dialogo tra alcuni artisti di Piemonte, Liguria e Toscana sulle ricerche “sul vero” e sul colore-luce condotte en plein air e sulla sperimentazione della macchia su nuovi soggetti storici e paesaggistici.
Si prosegue con le scelte pittoriche del gruppo dall’Unità d’Italia a Firenze Capitale e agli ambienti in cui ne maturò il linguaggio figurativo, come Castiglioncello e Piagentina. A fine viaggio, pittura e critica si intrecciano in due riviste partecipi della rivoluzione ottocentesca dell’arte italiana, il “Gazzettino delle Arti del Disegno” e “Arte in Italia”. Torino inscena così una narrazione che restituisce non solo l’occasione per ammirare i capolavori dell’arte dei Macchiaioli dalle origini al 1870, ma che permette una più vasta comprensione del movimento, sottolineando il dialogo che ha unito artisti di varie aree d’Italia in una ricerca volta alla modernità pittorica.
di Arianna Greco