Ferdinando: in scena al Teatro Franco Parenti di Milano
All’ombra del Vesuvio, tra il vociare di paese e i bisbigli, le giornate trascorrono oziose e monotone. All’interno di una antica villa, la baronessa Clotilde scandisce le sue giornate in compagnia della cugina Gesualda e del parroco, Don Catellino. Tutto appare chiaro, ordinario e logico, ma la reale natura dei personaggi, misconosciuta e celata, viene presto svelata. La baronessa, è, come Argante per Molière, una “malata immaginaria”, capricciosa, e consuma le sue giornate ancorata al letto tra sospiri, farmaci e acque termali, annoiata dalla nuova rampante borghesia; la cugina, ridotta in povertà, è indecisa tra l’esser infermiera o carceriera; il parroco, è incastrato tra vari intrallazzi politici e confessioni.
Ferdinando, “bello e strisciante”, stringe molteplici intrecci e mette a nudo i segreti della mente umana, tra incomunicabilità, distanza, situazioni rocambolesche, infatuazioni
Poi arriva Ferdinando, “bello e strisciante”, giovane nipote di Donna Clotilde e sconvolge ogni equilibrio. E proprio come sullo sfondo del dramma crolla il Regno delle Due Sicilie, ponendo fine a quel clima gattopardiano tanto caro alla baronessa, così crollano le certezze dei protagonisti, immersi adesso in uno scompiglio, uno squilibrio che si impone proprio nella casa, che era stata eretta come tranquilla e ritirata roccaforte rappresentante il rifiuto della società piccolo borghese che la baronessa ripudia. Creando intrecci e situazioni rocambolesche, mettendo a nudo le contraddizioni che costituivano il precedente rassicurante equilibrio, seppur nevrotico, delle vicende, Ferdinando è un dramma dell’incomunicabilità, anche propriamente linguistica (veicolata dall’uso alternato del dialetto napoletano e dell’italiano), del non-detto e del celato che viene spogliato e messo a nudo sulla scena, svelando i misteri della mente e dell’esistenza umana.
Un dramma sull’esistenza, sull’amore e sulla mente e i suoi misteri, che affonda nell’inconscio dei personaggi e nelle loro contraddizioni, fino a svelarne la vera natura, le strategie e l’imprevedibilità. Ferdinando irrompe nella scena, come la consapevolezza che scombina la mente umana, ribaltandone l’equilibrio: “Le follie e gli incroci amorosi contenuti nella trama emergeranno come elementi contemporanei e modernissimi che da sempre regolano la potenza dei sogni e degli affetti presenti nella storia dell’umanità. Ferdinando mette in luce le connessioni esistenziali fra dramma e malinconia, comicità e solitudine, sottolineando tali contrasti attraverso un uso di una messinscena che mira a svelare gli opposti sentimentali disseminati in tutte le esistenze”, Nadia Baldi.
Ferdinando, commedia di Annibale Ruccello, con la regia di Nadia Baldi, sarà in scena al Teatro Franco Parenti di Milano a partire dal 23 Ottobre, fino al 4 Novembre.
di Sara Pacella