Felicity Jones è Ruth Bader Ginsburg ne “Una giusta causa”, pellicola che incita le donne a combattere per i propri sogni e far sentire la propria voce
Il titolo originale è “On the basis of sex”, la protagonista l’iconica Ruth Bader Ginsburg. “Una giusta causa”, diretto da Mimi Leder e in uscita sugli schermi italiani il 28 marzo, vuole essere più di un tributo all’iconica onorevole. Si tratta di un prepotente urlo di tutte le donne, dedicato alle donne stesse.
“Una giusta causa”: un ritratto di famiglia
La bozza del copione, scritta da Daniel Stiepleman, è stata inserita nella “Blacklist”, la lista delle migliori sceneggiature di Hollywood non ancora prodotte. Non è un caso che abbia folgorato sia gli attori che la regista sin dalla prima lettura. Stiepleman, nipote del giudice Ginsburg, ha avuto l’idea di raccontare la storia della zia il giorno del funerale di suo marito.
«Non c’è stato matrimonio che abbia ammirato di più di quello tra lo zio Martin e la zia Ruth», afferma. «Quando durante la funzione uno dei loro amici ha raccontato di un litigio fra i miei zii, ho pensato: questo potrebbe essere un film incredibile!». Stiepleman ha costruito la sceneggiatura intervistando la zia Ruth. Questa, fedele al suo modo di essere donna, ha sempre sottolineato che la cosa importante per lei fosse che la storia rimanesse concreta. Difatti, il film la mostra in tutta la sua umanità.
Premio alla perseveranza
Mimi Leder ha sentito l’urgenza di raccontare la storia di questa figura così forte. Una delle sole nove donne ammesse nel 1956 al corso di Legge ad Harvard, seconda donna ad essere nominata Giudice alla Corte Suprema. A dispetto di ogni ostacolo, Ruth Ginsburg è stata capace di portare avanti la sua lotta a favore dell’uguaglianza di diritti. Inizialmente veniva rifiutata dagli studi legali per il suo sesso; l’inaspettata vittoria di un controverso caso di discriminazione di genere è stata la svolta. Si trattava di Charles Moritz, un uomo a cui vennero negati 296 dollari sulla sua detrazione fiscale in quanto badante maschio.
Regista e protagonista hanno molto in comune: anche Leder ha dovuto combattere la discriminazione, tentando di ottenere lavori assegnati poi a degli uomini.
Un cast di eccellenze, per omaggiare un’eccellenza
È la candidata Oscar Felicity Jones a dare voce a Ruth Ginsburg: era proprio un personaggio femminile come questo che l’attrice desiderava incarnare da anni. «Una donna ferocemente devota a quello che fa, ma, allo stesso tempo, che esplora il senso della sua vita e della sua natura», «una rivoluzionaria». È così che la Jones definisce la sua controparte, di cui è stata perfettamente capace di comprendere l’essenza.
La famiglia Ginsburg è completata da Armie Hammer, che riporta in vita Martin, e Cailee Spaeny nel ruolo della figlia Jane. Il premio Oscar Kathy Bates interpreta l’avvocato progressista Dorothy Kenyon, famosa femminista che ha affiancato Ginsburg nella risoluzione del caso Moritz.
“Una giusta causa”, molto più di semplici riprese
Un altro “regalo” alle donne è il monologo che Felicity Jones recita quando Ruth Ginsburg prende parola in tribunale per il discorso finale. Superando i cinque minuti di lunghezza, è uno dei discorsi più lunghi che una donna abbia mai dovuto tenere nella storia del cinema americano. L’impatto emotivo è fortissimo.
Lo scenografo Nelson Coates sottolinea la dedizione impiegata nella ricerca di ambientazioni e colori. Si è trattato di un lavoro molto complesso, dato che le scene si svolgono in città e periodi differenti. Anche il costumista Isis Mussenden ha dato il meglio di sé: sembra che gli attori abbiano rubato i vestiti dal guardaroba delle persone che interpretano. Il risultato è tanto efficace quanto una macchina del tempo: lo spettatore è totalmente catapultato nell’universo di Ruth Ginsburg.
A movie with a mission
Non è mai stato facile essere donne. La battaglia per il raggiungimento della parità fra i sessi viene combattuta da secoli ed è, ciononostante, oggi più attuale che mai. Il cinema si riconferma il media perfetto per trasmettere messaggi importanti entrando nel cuore degli spettatori, emozionandoli e non cadendo mai nel banale. Ecco perché questo film, incentrato sull’uguaglianza, in linea con la corrente di movimenti quali #MeToo e Time’s Up, è un must-see per entrambi i sessi.
di Lisa Panzeri