Joia, il ristorante vegetariano di Pietro Leemann, ha sposato una filosofia 100% sostenibile all’insegna del cibo sano e del rapporto tra corpo e mente
Cos’è il cibo? È sopravvivenza, nutrimento, è vita. Ma è anche gioia, convivialità, compagnia, condivisione. Il cibo è concretezza, istinto, arte che coinvolge tutti i nostri sensi. Il cibo si osserva, si tocca, si odora e si gusta. Addirittura si sente, nello sfrigolio di pentole e padelle e nel sobbollire di acqua e golosi sughi.
Ma, oggi più che mai, il cibo è sensibilità e coscienza civile, a causa dei cambiamenti climatici che ci spingono a scelte più sostenibili per il pianeta e più salubri per noi stessi. Tra queste, si pone certamente una dieta che escluda l’assunzione (parziale o totale) di prodotti di origine animale. Ma da buoni onnivori, la domanda che sorge spontanea è: può questo tipo di alimentazione dare le stesse sensazioni di una dieta che prevede, ogni tanto, di concedersi una sontuosa fiorentina accompagnata da un buon bicchiere di rosso? Secondo il noto chef Pietro Leemann, è possibile.
Pietro Leemann: la Joia della cucina sostenibile
Svizzero per nascita, cittadino del mondo per vocazione, italiano per adozione. Pietro Leemann, classe 1961, è lo chef del ristorante milanese Joia e tra i massimi esperti di cucina vegetariana al mondo, grazie a un lungo percorso che mixa cucina, filosofia e viaggi. Ma andiamo con ordine.
Non del tutto soddisfatto dalla cucina occidentale, poco concentrata su benessere e salute della persona, Pietro Leemann si prende un anno sabbatico e, dopo studi di filosofia e psicologia e i primi approcci al mondo vegetariano, viaggia per Cina e Giappone per oltre due anni. Meditazione, arti marziali, cultura e cucina di quei luoghi lo influenzano profondamente, e diventano la base del suo approccio alla cucina, in cui il rispetto della materia prima e il rapporto con mente e corpo vengono messi al primo posto.
Nel 1989 rientra in Europa e, forte dei suoi studi e di una nuova consapevolezza verso il cibo e il suo ruolo nella vita dell’uomo, fonda il ristorante Joia, mentre nel 2015 viene nominato Chef Ambassador di Expo. Accanito seguace della filosofia indiana Veda, Pietro Leemann ha l’obiettivo di mischiare cucina, salute ed etica alimentare in un connubio perfettamente sostenibile.
Joia Milano: alta cucina vegetariana
Joia nasce a Milano nel 1989 e il suo fondatore è Pietro Leemann, che nel suo ristorante sviluppa, crea e mostra appieno il suo concetto di cucina e la sua idea di cibo come veicolo di benessere. Per il suo fondatore, una dieta sana è la prima regola per una vita sana. Ma cosa significa dieta sana per Pietro Leemann? Significa rispettare la stagionalità dei cibi, la loro provenienza e il loro impiego, che non deve snaturarne l’essenza principale.
Nel 1996, il ristorante Joia viene insignito della stella Michelin: è il primo ristorante vegetariano in tutta Europa a godere di questo ambito riconoscimento. La creatività di Pietro Leemann si è fatta ormai conoscere in tutto il continente, grazie a piatti quali Chocolat du Chocolat e il celebre Uovo Apparente.
Dal 1996 ad oggi, tanto tempo è trascorso e tanti piatti, rigorosamente vegetariani e in grado di fondere concretezza e spiritualità, sono nati e continuano a nascere. Molte le tappe che hanno segnato la storia di questo ristorante, tra cui l’eliminazione del pesce dal menu nel 2009, per rispondere appieno alla filosofia di vita dello chef, l’apertura di Joia Kitchen, Bistrot Divertente, per portare una cucina vegetariana di alto livello al grande pubblico.
La coscienza green e la necessità di avvicinarsi a uno stile di vita e di alimentazione più sostenibile hanno portato alla nascita di Joia Academy, istituto indipendente fondato dallo chef Pietro Leeman con l’obiettivo di divulgare il sapere e la scienza vegetariani in ogni aspetto, da quello prettamente alimentare a quello sociale. I corsi sono aperti a cuochi ed esperti, e a chiunque voglia avvicinarsi a questo tipo di cucina e di filosofia di vita, per sentirsi più vicini alla natura e mangiare con una gioia tutta nuova!
di Martina Porzio