A chiudere il terzo giorno dell’Haute Couture parigina sulle note di First Rendez-Vous di Tiersen, è stata Clare Waight Keller, designer e direttore creativo della maison Givenchy, nota anche come “designer per la duchessa”.
Givenchy FW 2019/2020: Noblesse Radicale
“Nobiltà Radicale” è il nome che la Waight Keller ha voluto dare alla sua prossima collezione Givenchy SS 2019/2020, e stando al parere di alcuni potrebbe essersi fatta ispirare dalla Duchessa Meghan Markle, sua grande estimatrice.
Il défilé ha lasciato suspence fino al momento dell’uscita delle modelle in passerella, in quanto la designer non ha rivelato quasi nulla in merito alla collezione, eccetto un piccolo teaser a dimostrazione che Givenchy fa dei dettagli il suo cavallo di battaglia.
La scelta della musica di sottofondo non è stata casuale, si parlava di case signorili, viaggi immaginari in ville meravigliose, facendo riferimento ai noti “cigni” di Richard Avedon e le donne dell’alta società degli anni ’50/’60 , nelle quali la Waight Keller ha visto un’anima diversa, moderna, addirittura radicale.
Una collezione da vera Regina 2.0
Waight Keller ha sempre seguito un fil rouge da quando è entrata a far parte di Givenchy, quello di stare attenta a non spingersi mai troppo fuori dai contorni del lavoro che ha da sempre contraddistinto l’Haute Couture della maison. Inoltre, ricordiamo che la designer britannica sta iniziando ora a dedicarsi all’alta moda.
La collezione firmata Givenchy si compone di 48 pezzi ispirati sia agli abiti opulenti indossati dalle regine del passato, sia alla pavimentazione grafica che ha permesso alla designer di realizzare i tweed, i capi in bianco e nero tendenzialmente stropicciati che hanno aperto il défilé, sino ad arrivare a vedere le sagome voluminose degli abiti e delle strabilianti mantelle in taffetà.
Oltre a questo si sono potuti ammirare completi di pizzo raffinati, stampe broccate che si combinavano perfettamente con motivi floreali, gonne importanti, volant e fiocchi principeschi che si cingevano dolcemente sulla schiena delle modelle avvolte in sontuosi abiti rosa.
Piume, che passione!
In quest’occasione a fare da padrone sono state le delicate piume di struzzo che facevano capolino sugli abiti e, come precisa la Waight Keller nel raccontare la collezione, volevano rappresentare una “donna-uccello” versione frou-frou, intrappolata in casa. La donna-uccello più bella è stata senza dubbio Kaia Gerber, che è scesa in passerella indossando un abito interamente ricoperto di piume verde bosco, talmente svolazzanti che sembrava stesse quasi volando. Una favola ad occhi aperti. Le livree sono state, inoltre, anche simbolo dell’invito alla sfilata.
Hair styling di design
Con una sartoria così autorevole ed elegante come quella proposta da Givenchy, l’acconciatura non poteva essere lasciata al caso, tanto che le teste delle modelle accompagnavano ogni linea dei capi indossati. Su donne androgine, care alla Maison, sono comparsi capelli acconciati in modo scultoreo per ricreare ali volte a coprire i volti.
Questa Haute Couture rimarrà impressa nella storia della moda perché si tratta di un vero e proprio progetto, un salto di qualità secondo la Waight Keller, che ha lavorato molto al fine di realizzare un qualcosa che fosse più di una semplice sfilata, bensì uno spettacolo teatrale che potesse racchiudere in sé quello che è l’essenza dell’Haute Couture: la combinazione tra fantasia ed indulgenza dei capricci più sensazionali. Un plauso, dunque, a Clare e Givenchy per questa metaforica collezione.
di Agnese Pasquinelli