Emergente dalle strade affollate della capitale italiana del lusso è un’ installazione sperimentale, seducente, speciale che crea un innovativo binomio tra moda e design: Sportmax, una delle punte di diamante dell’azienda Max Mara, celebra insieme a Rimadesio il Fuorisalone 2012 con “Terre Emerse”, opera di Giuseppe Bavuso. Terre Emerse come materie prime, minerali che attraverso il design vengono reinventati, riscoperti, portati alla luce riesumendo un significato del tutto nuovo dai tratti essenziali e futuristici che si accompagna alla perfezione con lo stile delle collezioni Sportmax. “Un paesaggio di solidi geometrici che emergono da un altrove”. Così Giuseppe Bavuso descrive Terre Emerse. “Ho interpretato – spiega – il significato di terre come sinonimo di minerali, materie prime dei continenti: nel caso specifico, la collezione Rimadesio è composta quasi esclusivamente da due materiali di origine minerale, l’alluminio e il vetro. In questa istallazione, l’idea di Terre Emerse simboleggia la loro reinvenzione, l’intervento progettuale che li valorizza e dà loro il significato”. La protagonista dell’installazione è la libreria Stele che rimanda a un paesaggio primario, composto dalle due materie prime Rimadesio, il vetro e l’alluminio, materiali di origine minerale, riciclabili al 100% che vanno a marcare quella che è la cultura ecologica rigorosa dell’azienda, sviluppata con continui interventi in tecnologia, dove la semplicità del concetto viene elaborata attraverso un’eccezionale competenza tecnica. Una libreria originale, perfettamente bifacciale, Stele ha la struttura e i vani passanti in alluminio disponibile in tutta l’ampiezza della collezione colori Ecolorsystem, in versione sia lucida che opaca. La collaborazione fra i due brand Rimadesio e Sportmax si fonde sulla condivisione dell’idea di progetto, dal design al tailoring, come metodo per dare forma ad un’estetica esclusiva, raggiungibile grazie alla continua ricerca della qualità e dell’innovazione che garantisce la possibilità di personalizzare al massimo grado ogni progetto.
Qual è stato il concept che vi ha portato a questa realizzazione?
“Abbiamo concepito questa installazione in modo da essere attinente alla storia dell’azienda, la storia dei materiali. L’idea è stata quella delle terre emerse, dove noi intendiamo le terre come sinonimo di minerali, e l’alluminio e il vetro sono le due materie prime di derivazione minerale, perché l’alluminio viene ricavato dalla bauxite che è una roccia e altrettanto il vetro dal silicio. Percui l’installazione rappresenta appunto questi monoliti che escono da una distesa dl ghiaccio, anch’essa riprodotta con del vetro, con del ciotolo di vetro retroilluminato per dare proprio questo effetto di ghiacciaio. Terre come materiale roccioso che sta all’origine dei due materiali con i quali è realizzato il pezzo mentre Emerse visto come sinonimo di “riscoperta” di “portato a galla”, che potrebbe essere sinonomo di valorizzato, interpretato. Partiamo quindi da due materiali che in origine appartengono alla terra e grazie anche alle tecnologie e alla creatività del design, diventano poi due oggetti da esporre”.
Il fatto di aver installato proprio una libreria, ha un determinato significato?
“No, diciamo che noi collaboriamo con Rimadesio da moltissimi anni, percui questo è uno dei prodotti della collezione, infatti produce anche tavoli, cabine armadio, porte scorrevoli. Questo è il pezzo che abbiamo estrapolato dalla collezione e portato in esposizione, come ultimo risultato della continua esplorazione delle possibilità creative del vetro”. Rimadesio produce sistemi per la suddivisione degli ambienti e la deifinizione architettonica degli interni, un’ offerta in continuo ampliamento e costante evoluzione stilistica. Sistemi dal forte valore progettuale, fatti per garantire prestazioni superiori, ma che nello stesso tempo riimangono vicine ai gesti quotidiani, ad una naturalezza d’utilizzo che corrisponde al concetto di abitare
contemporaneo proprio dell’azienda.
Quest’anno, la crisi si è fatta sentire, nel settore design?
“Direi che nel nostro caso no, perché il problema del prezzo non ce lo poniamo mai, visto il nostro target molto alto. Il problema economico però dovremmo porcelo perche viviamo in una società che in questo momento, inutile nasconderlo, è molto in crisi, ma fortunatamente l’azienda ha un mercato internazionale, un mercato di alto livello e quindi devo dire che il mondo è grande. L’importante è raggiungere chi può permettersi di acquistare queste cose in quanto questi pezzi nascono da un’ idea senza compromessi, nascono così perché devono essere così, e non così perché avevamo una necessità di tagliare dei costi, oppure di semplificarli per qualche motivo. L’idea è questa, certo che poi, sta nell’intelligenza dell’imprenditore riuscire a fare il prodotto nel miglior modo, con il miglior rapporto qualità prezzo. Però non è il prezzo, in assoluto, la cosa fondamentale”.
Chiara Stefanini