Il 18 settembre 2019 il maestro del cinema Quentin Tarantino tornerà nelle sale con una pellicola che, almeno sulla carta, appare imperdibile. Per sorprendere il suo pubblico, oltre ad un cast d’eccezione, Tarantino sembra volersi discostare da ciò che ha fatto finora, svelando per la prima volta la sua parte più intima.
L’ascesa del “regista DJ”
Quentin Tarantino è un regista di enorme successo, che con “solo” nove pellicole è riuscito a conquistare milioni di spettatori internazionali. Fa il suo ingresso sulla scena con il film Le Iene, ma la vera consacrazione arriva con la pellicola successiva, Pulp Fiction. Dai colleghi viene definito il “regista DJ”, con riferimento alla sua capacità di combinare stili tra loro diversi, riuscendo a fonderli perfettamente e con estrema armonia in un’unica opera.
Il regista ha spesso sottolineato la sua volontà di fermarsi ad un massimo di dieci pellicole, per poi poter orientare la sua carriera verso romanzi e documentari. C’era una volta a… Hollywood infatti, inizialmente era stato concepito come romanzo, ma l’autore, dopo cinque intensi anni di progettazione, ha deciso che questa storia come romanzo non avrebbe reso tanto quanto in una pellicola.
Taglio con il passato
Se Tarantino si è sempre orientato verso il genere dello “splatter”, sotto-genere cinematografico del cinema Horror caratterizzato dall’estremo realismo degli effetti, volto a scandalizzare, disgustare e far macabramente ridere gli spettatori, questa volta ha deciso di sorprendere i suoi spettatori discostandosi dalla sua zona comfort e spingendosi verso qualcosa di nuovo. Per la prima volta abbandona la violenza mettendo al centro il suo amore per il cinema, il suo cinema, quello della sua infanzia, parlandone con nostalgia e scavando nella propria intimità.
Il “super cast”
Se la pellicola si preannuncia un enorme successo è anche grazie al cast messo a punto dal regista: Brad Pitt, Leonardo DiCaprio, Margot Robbie, Al Pacino sono solo alcuni dei “grandi” presenti all’interno del film.
Se Margot Robbie è alla sua prima esperienza con il regista, con il quale ha ammesso di aver sempre desiderato lavorare, Di Caprio e Brad Pitt non sono nuovi all’ambiente: Leonardo Di Caprio aveva già preso parte a Django Unchained, mentre Brad Pitt è apparso in Bastardi senza gloria e in Una vita al massimo, pellicola di Tony Scott tratta da una sceneggiatura di Tarantino.
I personaggi di Tarantino non solo risultano interessanti di per sé grazie alle loro particolari sfaccettature, ma rappresentano anche le tre classi presenti ad Hollywood, con le loro peculiarità. Anche la città di Los Angeles potrebbe essere considerata una vera e propria protagonista, in quanto non solo funge da contesto, ma viene letteralmente incorporata all’interno della trama.
Lo scandalo
Il cast è sicuramente molto promettente e valida garanzia di successo. Successo che però ha rischiato di essere boicottato dallo scandalo “#metoo” che ha coinvolto Harvey Weinstein, fedele producer del regista. Successivamente Tarantino ha deciso di discostarsi completamente da questa situazione, e dopo una tortuosa asta è stata Sony Picture ad aggiudicarsi la distribuzione della pellicola, non senza fatica. La casa produttrice ha dovuto concedere al regista 95 milioni di budget, l’ultima parola sul montaggio e massimo controllo creativo durante la realizzazione del film, oltre al 25% degli incassi e un ritorno dei diritti sul film allo stesso Tarantino nel giro di 10 o 20 anni.
La trama
La storia è quella di due amici, Rick Dalton (interpretato da Leonardo DiCaprio) attore di film Western in cerca del suo riscatto e della sua controfigura, Cliff Booth (interpretato da Brad Pitt). Dopo una breve esperienza in Italia, tornano a Los Angeles nel 1969 con la speranza di farsi spazio all’interno dell’industria cinematografica. Durante la loro permanenza incontrano molti personaggi appartenenti a quel mondo, tra cui Bruce Lee, Steve McQueen e Sharon Tate (interpretata da Margot Robbie) loro vicina di casa e moglie del noto regista Roman Polanski, il cui destino sarà segnato dall’incontro con la Manson Family.
Sia Rick Dalton che Cliff Booth appaiono estremamente turbati dalla vita che stanno vivendo, spesso desiderosi l’uno di vivere la vita dell’altro. Sono due personaggi perennemente insoddisfatti che trovano l’unico appiglio nel rapporto creatosi tra loro, ispirato alla relazione stuntman-attore che intercorreva tra Burt Reynolds e Hal Needham, ai quali sono riconducibili anche alcuni tratti caratteristici dei due personaggi.
Quentin Tarantino non sembra sbagliare un colpo, chissà se anche fuori dalla sua comfort zone riuscirà a conquistare i suoi spettatori. Non ci resta che attendere il 18 settembre.
di Alice Bonalumi