Garden Party: la “festa teatrale” di Capodanno al Franco Parenti
Per duemila anni il tempo e il luogo del teatro hanno coinciso con il tempo e il luogo della festa. Quindi, quale modo migliore di festeggiare il Capodanno se non quello di andare a teatro? Al Franco Parenti di Via Pier Lombardo, il 31 dicembre vi aspetta una spumeggiante “festa teatrale” con lo spettacolo Garden Party, seguito dal tradizionale cenone di Capodanno negli adiacenti Bagni Misteriosi.
Una “Grande Bellezza” alla francese
“La Francia va male, collassa”, così recita il trailer dell’ultimo lavoro della Compagnia francese n°8, in scena al Parenti dal 31 dicembre al 6 gennaio. Sulle note del remix di “A far l’amore comincia tu” (sottofondo iniziale de “La Grande Bellezza”, che con questo spettacolo sembra avere molto da spartire) vediamo un’orda di personaggi grotteschi che si dimenano come ossessi a ritmo di musica, scherzano, si strafogano, urlano, immemori della decadenza della società borghese a cui appartengono.
Il teatro è una festa (ma ce lo siamo dimenticati)
La festa come il teatro sono da sempre dei momenti di sovvertimento delle convenzioni e di allontanamento dal flusso della vita individuale: quest’opera collettiva, profondamente radicata nelle origini del fenomeno teatrale, ne è la rappresentazione viva e visibile. Lo show, che combina danza, mimo, opera e circo, è popolato da uomini e donne che sembrano non essere consapevoli della “tragedia della vita” che si sta consumando fuori dai propri salotti dorati (o forse proprio perché ne sono coscienti cercano di dimenticarselo in tutti i modi possibili).
Un riso amaro, ma non troppo
Il regista Alexandre Pavlata, nato da una famiglia di artisti circensi, riversa in questa pièce tutto lo spirito ludico, dissacrante e paradossale dell’arte del circo, senza tralasciare l’aspetto umano dei personaggi che come tutti noi amano la vita, la poesia, la bellezza e i sogni. Quale miglior occasione, dunque, se non il Capodanno (festa mondana per eccellenza) per assistere allo spettacolo Garden Party, alias la “Sociologia del superfluo”? Un’opportunità imperdibile per riflettere sull’assurdità della nostra epoca, senza prendersi troppo sul serio!
di Alessandra Baio