Per la stagione Primavera/Estate 2020, Bally presenta un concetto moderno della casa con una mise-en-scène dinamica nella quale convergono architettura, maestria e natura. Molto più di uno spazio fisico, Bally at Home rappresenta un’idea d’intimità, dove design e ambiente restano un binomio fondamentale della tradizione del marchio. Il duo Antonio Monfreda e Patrick Kinmonth esplora in ogni sua dimensione il concetto di essere “a casa” nella seconda installazione concepita per Bally. Lo spazio, che ricrea un’illuminazione naturale, trasmette immediatamente una sensazione di calma e curiosità: in questo teatro multidimensionale prende vita la collezione intitolata “Graphic by Nature”, e donne e uomini indossano i capi della P/E 2020.
I dettagli della Primavera/Estate 2020 firmata Bally
La palette colori trae ispirazione dal mondo della natura e richiama l’alba e il tramonto, grazie anche alle sfumature create con trattamenti innovativi. I colori di Bally SS20 includono tonalità neutre: il grigio pietra, il talpa, il marrone argilla, il mandarino, il giada, il verde militare, l’indaco, il blu navy e il classico rosso Bally. Rimandi inaspettati alla pop art ed elementi grafici iconici sono reinterpretati in onore della tradizione del design di Bally. Plissettatura, impuntura e intrecci micro-waffle si affiancano a pelli elastiche, lavorate al laser e rigenerate, camoscio sfumato laccato a mano, twill di seta, crêpe e jacquard, cotoni parachute, lane leggere e montone rasato.
La donna Bally: less is more
Bally presenta per la collezione P/E 20 una donna terrena, consapevole, intelligente e sicura di sé. Allo stesso modo i capi sartoriali classici, pezzi moderni e attuali in cui è protagonista la lavorazione artigianale, slegati da epoche e tendenze, sono intramontabili. Tecniche avanzate e avanguardistiche per la lavorazione di tessuti e pelli danno vita a pezzi versatili che si possono indossare dal mattino alla sera. Micromotivi simmetrici su seta richiamano l’emblema Bally Wings.
Nelle calzature, il design moderno anni Cinquanta della scarpa Callie è rievocato da un nuovo tacco midi, con linee asimmetriche e punta squadrata. Lo stivaletto Alexa è stato abilmente attualizzato nella versione in camoscio su pelle a contrasto; l’iconico motivo B-Chain impreziosisce invece modelli classici di Bally, come le sneaker Janelle e Heimberg.
Tra le novità negli accessori, le ultime dimensioni dei modelli Celestine confermano la dedizione di Bally verso la famiglia Cecile: si impreziosiscono così di un manico e una lunga tracolla impreziosita da un foulard in seta intrecciato. Il secchiello Bally Sommet fa fronte alle esigenze della vita lavorativa, con un doppio manico in pelle stampa coccodrillo.
L’uomo Bally SS20: funzionalità è la parola chiave
L’approccio artigianale di Bally a ciascun indumento trasmette una rinnovata sensibilità alla collezione P/E 2020, con un’estetica versatile ma raffinata. I capispalla, capisaldi della collezione, sono adatti ai diversi climi e non restano inosservati; interessanti l’impermeabile in gabardine e i pantaloni in pelle di toro con cuciture spezzate, e la giacca a bomber con trattamento enzimatico tinta in filo. Le borse sono pratiche e versatili, come gli zaini Hawke e Ray, quest’ultimo con il nuovo logo rappresentante la capra di montagna; in taglie e misure diverse sono perfette per le avventure di ogni giorno.
Ad attirare gli sguardi sono in particolare le calzature. Le scarpe estive da trekking sono state rivisitate in un modello basso in tessuto primaverile con lacci in corda tecnica; mentre le sneakers Vegas e Bienne conferiscono un tocco casual alla collezione. La capsule collection Courmayeur coniuga forma, funzionalità e stile in un prodotto ibrido; le suole Vibram permettono una maggiore adesione su suoli ghiacciati e una finitura impermeabile.
La maestria artigianale che rende Bally un vero e proprio “architetto della pelle”, emerge nelle calzature, negli accessori e nei capispalla lavorati meticolosamente. La qualità si sposa a linee pulite trasmettendo un senso di comfort ed eleganza senza tempo.
di Giulia Minonne
