Ports 1961, il ritorno sulle passerelle della MFW

PORTS 1961

Ports 1961, il debutto del nuovo direttore creativo Karl Templer

Fashion week. Eccole le due parole che negli ultimi giorni si leggono su tutti i giornali e su tutti i social. Accedere ad instagram significa immergersi completamente nel mondo delle passerelle e vivere, seppur virtualmente, dei momenti da vere influencer. Parliamo in particolare della Milano Fashion Week 2020, che per cinque giorni ha affollato la capitale italiana della moda con eventi, mostre, sfilate e streetstyle.

Una settimana all’insegna dello stile, della moda e del lusso, ma anche all’insegna della scoperta e del ritorno di brand che dalle passerelle mancavano da un po’ di anni. Domenica 23 febbraio, infatti, abbiamo assistito al fashion show di Ports 1961 , con il debutto della direzione artistica di Karl Templer, stylist noto per le sue collaborazioni con Vogue e sfilate di Valentino, Marc Jacobs e Calvin Klein.

Una collezione che richiama il classico e la tradizione, evidenziando al contempo uno spirito borghese rivisto in camicie e abiti di seta, in tailleur e stivali trompe l’oeil dalla punta quadrata. Templer punta in particolare su una reinterpretazione del classico in chiave attuale, utilizzando una tavolozza di colori che alterna sovrapposizioni di nero al blu, bianco e rosso. Un twist elegante quello di Ports 1961, che vuole rendere la sua donna indipendente e con affermata personalità anche nella vita quotidiana.

Ports 1961: classico e attuale

Ports 1961 nasce nel 2004 a New York da una costola di POrts International, marchio fondato proprio nel 1961 a Toronto da Luke Tanabe, e ad oggi con sede in Cina e quotata nella Borsa di Hong Kong. Dal 2011 il brand è stato rilanciato come marchio di lusso Made in Italy, registrando una crescita a doppia cifra e da lì a poco, nel 2015, ha visto l’apertura, dopo Parigi, della seconda boutique proprio a Milano, cuore pulsante del fashion retail europeo. Ed è proprio Milano che il brand ha scelto per il suo rilancio sulle passerelle.

 

di Amalia Malagrinò

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