Borgia Milano: tra storia ed evoluzione
Borgia Milano nasce come evoluzione più ricercata de L’isola 56 – Tasting house, raffinato ristorante di Milano in via George Washington, nell’omonimo quartiere fucina di artisti e ambientazioni newyorkesi. Il format oggi prende il nome della prestigiosa famiglia fondatrice. Il pittogramma di accompagnamento, simbolo dell’arsenico nella tavola periodica, è un sottile riferimento a Lucrezia Borgia, abile manipolatrice di erbe e veleni. In un contesto assorto, elegante e tranquillo, Borgia Milano si presenta con una location moderna e finemente curata.
La proposta appare molto variegata. Il bistrot offre una ricca genuina colazione, mentre a pranzo piatti veloci e semplici, sempre attenti alla qualità e ai dettagli, l’ideale per chi lavora in zona. Spazio anche all’immancabile aperitivo milanese e al buon bere, accompagnati da piccole degustazioni gourmet che riprendono il concept della cena. La cucina è affidata ancora una volta al giovane chef Luca Di Martino, che gode già di una lunga esperienza nell’alta ristorazione.
Un locale dal gusto internazionale
Alla base del ristorante Borgia Milano, la volontà di creare un menù che esalti le materie prime di qualità. Partendo dalla tradizione, lo chef combina sapientemente i classici prodotti del nostro territorio a sapori di paesi lontani proponendo un gusto internazionale in chiave gourmet. Il menù si rinnova stagionalmente ed è un menu degustazione di impronta, articolato in due portate da assaporare in un’elegante ed intima sala. L’offerta della cucina è accompagnata da un’ottima selezione di vini biologici, naturali e artigianali, birre e oltre 200 tra i migliori distillati.
L’arredamento ricercato richiama lontanamente il fusion nelle linee di design minimal, pulito e contemporaneo. I colori tenui, i materiali di altissimo pregio e l’atmosfera calda e accogliente vi faranno immediatamente innamorare di Borgia Milano. Prenotate il vostro tavolo e lasciatevi conquistare da una cucina ricercata che ad ogni piatto aggiunge un ingrediente speciale: il “fattore wow“, un mix di creatività e genialità.
di Virginia Scarano