Fellini, il documentario
«Non mi ricordo più bene chi ha detto che, allo stesso modo in cui l’individuo attraverso il sogno esprime quella parte di se stesso più segreta, misteriosa, inesplorata che corrisponde all’inconscio, così la collettività, l’umanità farebbe la stessa cosa con la creazione degli artisti» – F. Fellini
Fellini nella testa e nel cuore (e anche nella nostra lingua)
Amarcord, La dolce vita, I vitelloni: questi notissimi capolavori felliniani sono entrati a tal punto nella cultura e nell’immaginario italiano da riuscire a intrufolarsi persino nel nostro vocabolario comune. Lo stesso discorso vale per Fellini stesso: quando lo si nomina, nonostante la scarsa conoscenza in materia di cinema, un volto, un piccolo dettaglio o scena dai contorni sfocati aleggia nelle nostre menti.
A 100 anni dalla scomparsa di uno dei registi più importanti della storia del cinema italiano, il 31, 1 e 2 settembre in tutte le sale cinematografiche sarà possibile riportare in vita il suo talento attraverso il documentario Fellini degli spiriti, prodotto da Mad Entertainment e Rai Cinema: 100 minuti per conoscere e ricordare il grande artista romagnolo e la sua grande passione per l’occulto, l’esoterismo, l’inconscio o, come la chiamava lui, la “sconosciutezza”.
Dopo 100 anni Fellini torna al cinema
La regista Anselma Dell’Olio integra in un unico grande affresco le scene più iconiche dei suoi film con suoi attori preferiti: l’amico Mastroianni e la moglie Giulietta Masina; straordinari materiali d’archivio di Rai Teche e dell’Istituto Luce; numerose e diversissime testimonianze di chi lo aveva conosciuto e continua ad amare il suo genio (dai registi Terry Gilliam e Damien Chazelle alle attrici Sandra Milo e Leonora Ruffo, fino alla cartomante che egli era solito consultare).
Uno dei registi italiani più amati, anche all’estero
Il lungometraggio si propone di analizzare un aspetto ben preciso della personalità dell’artista, cioè la sua continua tensione verso l’ignoto, il suo amore per il mistero, e allo stesso tempo di celebrare in maniera emozionata e personale (come lui avrebbe voluto) le opere del regista italiano che ha vinto più Oscar in assoluto; un uomo che ha saputo ritrarre alla perfezione la società italiana del suo tempo, e anche per questa ragione resta così radicato nella coscienza collettiva anche fuori dal Bel Paese.
di Alessandra Baio